di Vincenzo Paliotto (tratto da Napolissimo n. 47)
Non valorizzato appieno per quelle che erano le sue enormi potenzialità dalla Fiorentina, la squadra in cui era cresciuto, Marco Baroni esplose relativamente tardi, conoscendo le sue fortune calcistiche nell’Italia meridionale, disputando con la maglia del Lecce e del Napoli le sue stagioni migliori. Nato a Firenze l’11 settembre del 1963, difensore centrale di ottima statura, dotato tecnicamente ed in possesso anche di un discreto fiuto del gol, esordì con la maglia viola nel 1981/82, ma i colori della squadra della sua città non gli portarono mai troppo fortuna, Infatti, la Fiorentina lo cedette in prestito in Serie B prima al Monza e poi al Padova, quindi gli diede via libera verso la massima divisione, dove trovò spazio prima nell’Udinese e poi nella Roma, senza però mai incidere definitivamente. Tra le altre cose il difensore toscano fu inserito in pianta stabile nella Under 21 di Azeglio Vicini, anche se in campionato non riusciva a ripetere le notevoli performance azzurre.
La svolta nella sua carriera si registrò nell’estate del 1987, quando andò a riciclare le proprie ambizioni personali nelle file del Lecce nella serie cadetta. Con la maglia dei giallorossi salentini disputò 68 partite in due stagioni, la seconda delle quali in Serie A, condite anche da 5 gol. Le ottime prestazioni leccesi gli valsero l’interessamento da parte del Napoli, che lo acquistò nell’estate dell’89. Tra l’altro proprio un colpo di testa di Baroni aveva costretto il Napoli alla resa a Lecce nel torneo del 1988/89.
In magli azzurra Baroni visse un’avventura importante nell’arco di due stagioni dal 1989 al 1991, vincendo lo Scudetto e la Supercoppa Italiana nel 1990. Il suo nome del resto è ricordato per note liete ed altre un po’ meno in casa partenopea. Infatti, il 29 aprile del 1990 al San Paolo siglò il gol decisivo contro la Lazio che consegnò il titolo nazionale agli azzurri (“Il gol alla Lazio resterà il ricordo più bello della mia carriera”), mentre nell’ottobre dello stesso anno un suo errore dal dischetto equivalse all’eliminazione del Napoli dal secondo turno della Coppa dei Campioni per mano dello Spartak Mosca, vittorioso ai calci di rigore dopo due pareggi per 0-0.
Quell’errore dagli undici metri segnò la sua parabola discendente nelle file del Napoli. Il difensore si accasò successivamente al Bologna, al Poggibonsi, al Verona e alla Rondinella Firenze, società che gli permise di iniziare anche la carriera di allenatore a 37 anni. In panchina cominciò una nuova vita agonistica alla guida di: Rondinella, Montevarchi, Carrarese, SudTirol, Ancona, Siena, tra la prima squadra e la Primavera, e Cremonese mentre nel 2011 è approdato alla prestigiosa squadra Primavera della Juventus.
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