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mercoledì 2 novembre 2011

Sotto due Bandiere: Massimo Mauro

di Vincenzo Paliotto (tratto da Napolissimo n. 43/2011)



  Non capita a tutti in carriera, anche ai più alti livelli, di giocare con tre autentici fuoriclasse del pallone. Tuttavia, Massimo Mauro, centrocampista di enormi potenzialità tecniche da Catanzaro, riuscì a coabitare sul grande palcoscenico in compagnia di tre geni del calcio, così come egli stesso ha raccontato in un volume autobiografico Ho giocato con tre geni, scritto con la preziosa collaborazione di Luca Argentieri. Nato a Catanzaro il 24 maggio del ‘62, Mauro fece tutta la trafila nel settore giovanile della squadra della sua città e quindi esordì in massima divisione nell’80. La sua militanza con i giallorossi di Calabria si prolungò fino al 1982, quindi passò nelle file dell’Udinese, diventandone subito un titolare inamovibile. Nell’estate del 1983 ebbe il primo contatto ravvicinato con un grande genio del calcio. Infatti, approdò nel club friulano dal Flamengo il funambolico brasiliano Arthur Antunes de Coimbra detto Zico, goleador implacabile e fantastico realizzatore sui calci piazzati.Tuttavia, la militanza del carioca ad Udine durò appena due stagioni e nell’estate dell’85 Zico fece ritorno in Brasile, mentre Mauro firmò per la Juventus, dove ormai imperversava un altro genio del calcio, quello francese di Michel Platini. La sua esperienza in bianconero durò fino al 1989, vincendo al fianco di Roi Michel anche uno Scudetto ed una memorabile Coppa Intercontinentale a Tokyo nell’85 contro l’Argentinos Juniors. Con la Juventus collezionò oltre 100 presenze, senza mai però riuscire a raggiungere la tanto agognata maglia azzurra. Mauro non riuscì a rinverdire i fasti in cui fu protagonista con l’Under 21, collezionando 17 apparizioni ed un gol all’attivo.




 Terminata l’avventura alla corte della Juventus, la parentesi di Mauro con il grande calcio non si era ancora esaurita. Anzi nell’estate dell’89 il centrocampista calabrese riuscì a giocare con il terzo grande genio del calcio, il più grande in realtà, Diego Armando Maradona. Mauro, infatti, firmò per il Napoli con cui militò fino al 1993, anno in cui peraltro si ritirò dall’attività agonistica. All’ombra del Vesuvio il grande Massimo ricoprì ancora egregiamente il suo ruolo. Da protagonista o da gregario di lusso diede una mano al Napoli nella conquista del suo secondo e storico Scudetto, quello del ’90. Il suo personale palmarès in verità venne completato con una scintillante vittoria in Supercoppa Italiana proprio ai danni della Juventus con un roboante 5-1 in un festante San Paolo.



 Nel ’93, in anticipo rispetto ai termini consuetudinari, lasciò il calcio giocato, ma anche dietro la scrivania riuscì a ricoprire gli stessi ruoli importanti che aveva sul terreno di gioco. Nel 1996 venne eletto alla Camera dei Deputati in Calabria nelle liste dell’Ulivo, percorrendo una insospettabile e lunga carriera politica, inframmezzata dall’esperienza di Presidente del Genoa dal ’97 al ’99. Nel 2005 passò nelle vesti di commentatore tecnico alla corte di Sky. Ad ogni modo, rimane di gran lunga più godibile ed affascinante il suo profilo di calciatore, lontano dalle promesse politiche e vicino a tre grandi geni del pallone.

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