Prosinecki con la maglia della Stella Rossa |
L’assegnazione del Bravo Award proseguì a pieno regime anche negli Anni Novanta ed il premio continuò a rimanere ambitissimo per i giovani talenti del calcio europeo. Successe a Roberto Baggio nell’albo d’oro il centrocampista della Stella Rossa di Belgrado Robert Prosinecki, che viveva una singolare e pericolosa coabitazione etnica all’interno del territorio jugoslavo. Di padre croato e di madre serba, giocò per la Jugoslavia e successivamente difese la maglia della Croazia, ma fu un asso della Stella Rossa. Un’esistenza molto difficile all’interno della polveriera dei Balcani. In classifica staccò il detentore del premio Roberto Baggio, nel frattempo accasatosi alla Juventus, ed il romanista Ruggiero Rizzitelli.
Nel 1992 il Bravo Award affrontò una riforma epocale per la sua storia. Infatti, il riconoscimento non era riservato soltanto a quei giocatori che disputavano le coppe europee, ma a tutti i giocatori al di sotto dei 21 anni tesserati per una squadra tra la prima e seconda divisione dei rispettivi campionati. Il premio finì comunque nel ’92 nelle mani di Pep Guardiola, giovane regista del Barca e futuro allenatore dei Blaugrana. Precedette in classifica il milansita Demetrio Albertini ed il portoghese del Boavista Joao Pinto.
Nel ’93, invece, il Bravo premiò il gallese con la maglia del Manchester United Ryan Giggs, nel primo dei tantissimi premi vinti dall’aletta dei red devils. In classifica precedette il basco dell’Atheltic Bilbao Julen Guerrero e gli italiani Dino Baggio della Juventus e Christian Panucci del Milan.
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