di Vincenzo Paliotto (tratto da Napolissimo n. 42/2011)
Il suo battesimo nel grande calcio era sembrato scemare in maniera irreparabile. Andrea Carnevale, classe 1961 da Monte San Biagio nella provincia di Latina, rivendicava aspirazioni di bomber purtroppo non efficacemente esaudite nei suoi esordi. Dopo la gavetta nel Fondi e il debutto in Serie C proprio con la maglia del Latina, Carnevale sbarcò ad Avellino, in una società che concedeva occasioni e chance di ribalta anche ai nomi meno noti del calcio italiano. Ma dopo un promettente esordio in massima serie, tra l’altro segnando anche il suo primo gol in A il 29 marzo dell’81 al Del Duca di Ascoli, il giovane ragazzo laziale fu mandato a farsi le ossa ancora in cadetteria, prima alla Reggiana e quindi successivamente al Cagliari. Si trovò a puntare qualche milione di lire su di lui nel settembre dell’83 il Catania, fresco di una storica promozione in Serie A ma anche alla ricerca di un uomo di peso in attacco. Lo score complessivo con gli etnei non era senza dubbio esaltante. In 23 esibizioni Andrea segnò 3 reti, ma la giovane punta si era segnalata per coraggio ed ottime doti fisiche.
Pertanto proprio la proficua esperienza con la maglia rossazzurra gli permise di siglare un contratto importante con l’Udinese, con cui Carnevale esplose finalmente anche come numero di gol realizzati. Le due stagioni friulane gli valsero l’interessamento di un Napoli che pensava finalmente in grande. In azzurro Carnevale visse quattro stagioni esaltanti, brillando in zona-gol e vincendo tutto quanto gli era possibile vincere: 2 Scudetti (1987 e 1990), 1 Coppa Italia (1987) e la Coppa UEFA (1989). Rifornì dei suoi gol e dei suoi assist l’artiglieria partenopea d’altra parte già ben consistente con i gol di Maradona, Careca e Giordano. Oltretutto il suo rendimento con la maglia del Napoli gli valse anche una meritata convocazione in azzurro, per un’esperienza complessiva alla corte di Azeglio Vicini di 10 presenze e 2 reti.
Nell’estate del 1990 Carnevale chiuse senza non troppe amarezze la sua esperienza partenopea, accettando le lusinghe della Roma. Tuttavia, l’esperienza capitolina gli risultò fatale per il prosieguo della carriera. Infatti, dopo un buon inizio della stagione 1990/91, 4 gol in 5 partite di campionato, Carnevale venne squalificato per doping insieme al compagno di squadra Angelo Peruzzi. I due calciatori furono accusati di aver assunto fentermina, attraverso le pillole anti-obesità Lipopill. Carnevale provò a reagire, giocando per altre due stagioni nella Roma, che però lo cedette nel ’93 all’Udinese. La sua carriera continuò ancora all’insegna del gol in Serie B, con la maglia degli stessi friulani e del Pescara. La sua vita venne però sconvolta dai suoi legami con il mondo della droga. Nel 2003 un’indagine lo accusò di essere un assuntore e spacciatore di cocaina. Queste tristi vicende contribuirono anche alla separazione dalla bella moglie Paola Perego, conduttrice televisiva di notevole fama. Nonostante tutto in molti alle falde del Vesuvio lo ricordano tra i migliori giocatori della storia del Napoli. Del resto in quello storico 10 maggio 1987 realizzò il gol che diede al Napoli il primo Scudetto della sua nobile storia.
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