di Vincenzo Paliotto, Napolissimo n. 35 –settembre 2011
Nato a Padova il 10 luglio del 1948, Roberto Filippi, detto “Furia”, fu uno dei primi capelloni veri del calcio italiano, in qualche modo simbolicamente e moralmente provinciale. Debuttò giovanissimo nel Chioggia in Serie C e, dopo qualche scampolo di partita in massima divisione con la maglia del Bologna, si consacrò nella Reggina e soprattutto nel Padova, la squadra della sua città sfatando lo scomodo presagio secondo cui: nessuno è profeta in patria. Nell’ottobre del ’76 conobbe la svolta della sua carriera, approdando al Lanerossi Vicenza dell’emergente G.B. Fabbri, che pilotò i biancorossi veneti in massima divisione. Filippi, che ben presto venne soprannominato “Furia” per le sue inarrestabili sgroppate sulla fascia, ne divenne uno degli alfieri principali, proponendosi come assistman di fiducia per il prolifico bomber Paolo Rossi. Le quotazioni di Filippi salirono in maniera vertiginosa tanto da aggiudicarsi il Guerin d’Oro nel ’78 come miglior giocatore della Serie A.
Nell’estate del ’78 il Napoli decise di appropriarsi delle sue prestazioni e delle sue scorribande, assoldandolo per la stagione che si pensava del rilancio. Gli azzurri del profeta Di Marzio delusero parzialmente le attese. Soltanto l’avvicendamento in panchina con Vinicio nella parte finale della stagione consentì comunque agli azzurri di conquistare 7 punti nelle ultime 4 partite e di approdare in extremis in Coppa Uefa al posto della Fiorentina. Ad ogni modo, Filippi, che a Napoli chiamarono anche “moto perpetuo”, non demeritò, vincendo per il secondo anno consecutivo ancora l’ambito premio del Guerin d’Oro. Nella stagione successiva, invece, il Napoli con il 10° posto finale deluse ampiamente le attese, concludendo anzitempo l’avventura di Filippi con la maglia dei partenopei dopo 55 presenze ed un gol all’attivo in campionato. L’instancabile capellone veneto, però, continuò la propria carriera agonistica verso altri lidi importanti, vestendo la maglia dell’Atalanta e successivamente per due stagioni quella del Cesena in Serie A, dal 1981 al 1983, prima di ritornare nel suo Vicenza per stupire ancora una volta il pubblico del Menti questa volta in compagnia dell’astro nascente Roberto Baggio. Con il Cesena diede vita a manovre offensive ad alta velocità in tandem con l’austriaco Walter Schachner.
Anche al Cesena, così come al Napoli, probabilmente Filippi avrebbe meritato qualche soddisfazione in più, anche se sia il pubblico partenopeo che quello romagnolo lo ricordano con enorme simpatia. A Napoli soprattutto di Furia ricordano l’impegno massimo e certe giocate irresistibili e della sua residenza dorata all’Hotel Vesuvio.
Nessun commento:
Posta un commento