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sabato 17 settembre 2011

Sotto due Bandiere: Luciano Chiarugi

Direttamente dalle pagine di Napolissimo la rubrica settimanale dedicata all'Amarcord del Napoli. In questa puntata trova spazio Luciano Chiarugi, che appunto fu prima attaccante del Milan e poi del Napoli.

Luciano Chiarugi
di Vincenzo Paliotto


 Si guadagnò l’appellativo di Cavallo Pazzo per le sue proverbiali sgroppate sulla corsia mancina al termine delle quali poi innescava il compagno di reparto di turno. Anche se, toscanaccio di Ponsacco, la sua lingua a volte correva più veloce delle sue stesse gambe. Luciano Chiarugi rappresentò il colpo di mercato del Napoli dell’estate del 1976. Arrivò direttamente dal Milan in cambio di un gruzzolo di milioni e del cartellino di Giorgio Braglia, dopo aver vinto lo Scudetto del ’69 con la maglia della Fiorentina e sotto la guida tecnica di Pesaola. In verità anche la militanza milanista fu condita da qualche successo, tra i quali spiccava la vittoria della Coppa delle Coppe del ’73 propiziata proprio da un suo gol al Leeds United nella finale di Salonicco, arrivando a vestire anche la maglia della Nazionale seppur in tre occasioni.

 Il suo approdo napoletano veniva auspicato come decisivo per la squadra di Pesaola. Sarebbe stato il partner ideale per spedire in gol con importanti frequenze la bocca da fuoco Savoldi. Invece, dopo gli exploit di Firenze e Milano, l’esperienza di Napoli non rispecchiò pienamente le attese ed in due stagioni Chiarugi alla corte del Ciuccio totalizzò 7 gol in appena 34 presenze di campionato, non ripetendo in sostanza quelle sgroppate sulle fascia e non rispolverando quasi mai la sua arma letale sui calci piazzati. Anzi per ironia della sorte, nel corso della sua permanenza partenopea fu creato per lui appositamente un nuovo ma poco edificante neologismo, il “chiarugismo”. Lo inventò tra un mare di polemiche l’arbitro internazionale Alberto Michelotti di Parma, che lo accusò palesemente di essere un abile cascatore da area di rigore e per questo da indurre pertanto spesso in errore la giacchetta nera di turno. Michelotti fu anche squalificato per questa sua piccante dichiarazione, ma questo non favorì un rapporto tra il Napoli e la classe arbitrale in per sé già alquanto precario. Non fu l’unica polemica che lo legò agli ambienti del calcio. Infatti, fu accusato di aver favorito l’ingaggio nella Fiorentina di Emiliano Macchi soltanto perché era suo nipote. Quel Macchi che nel ’71 indossò anche la maglia del Napoli.

 A Napoli Chiarugi arricchì parzialmente il suo palmarès, vincendo la Coppa di Lega Italo-Inglese nel 1976, rifilando pure un gol agli inglesi del Southampton nella doppia sfida che assegnava il trofeo. Fu successivamente ceduto in Serie B alla Sampdoria, quindi giocò anche nel Bologna, nel Rimini, nella Rondinella e concluse la carriera a 38 anni nella Massese. Non ebbe fortuna, un volta appese le scarpette al chiodo, con la carriera di allenatore, allenando in qualche occasione la Fiorentina ed il Poggibonsi.

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