di Vincenzo Paliotto
Li evitò tutti o
quasi in dribbling stretti e ficcanti, usando al meglio tutta l’arte pedatorio
di cui era in possesso. Julio Ricardo Bochini segnò il gol della storia, che
giusto dieci anni più tardi soltanto Diego Armando Maradona avrebbe
perfettamente emulato. Era il 26 maggio del 1976 e al Doble Visera, casa
dell’Independiente, i diablos rojos
sfidavano nel girone di semifinale il Penarol, in uno dei grandi classici del
Sud America. La sfida viveva di un equilibrio quasi eterno ed
incontrovertibile. L’Independiente giocava tra la folla della sua gente,
chiamato in causa a difendere il titolo continentale che nella stagione
precedente aveva vinto ai danni del Sao Paulo. Bochini aveva debuttato con
quella che sarebbe stata la squadra della sua vita nel 1972. Un esordio di
fuoco tra le altre cose. Il 25 giugno del ’72 nella cancha del Monumental, tempio del River Plate, il Bocha scese in
campo per rilevare Saggioratto ed al primo pallone giocabile eluse in dribbling
Daniel Onega, colonna del River, che lo strattonò per la maglia.
L’Independiente comunque perse di misura, ma quel giorno aveva scoperto un
altro dei suoi incredibili campioni, forse il più dotato di sempre.
Quelli del Penarol,
però, lo attendevano con i loro tacchetti affilati e con le loro maniere rudi e
spesso scomposte, tali da intimorire qualsiasi attaccanti. Bochini provò loro a
stuzzicare nel corso della gara, ma i girasoli sembravano attentissimi senza
concedere il minimo centimetro di spazio. All’altezza della metà campo
dell’Independiente Bertolè si incaricò di andare a battere un fallo laterale,
passando il pallone ad Asteggiano, che a sua volta lo cedette nei piedi
sapienti di Bochini. Nessuno poteva avere in mente quali fossero le intenzioni
del n. 10 in quel momento. Ma Bochini evitò subito in dribbling l’accorrente
Gimenez e quindi si lanciò in velocità tra le strette maglie di Acosta e
Pizzani, prima che Zoryes ed Olivera andassero a vuoto anche con il loro
tentativo di opposizione. Bochini avanzava impietoso verso la porta avversaria,
eludendo nuovamente l’intervento in tackle del redivivo e quindi superando
anche Garisto. L’ultimo difensore rimasto nella sua scia era Gonzalez, anche
superato in dribbling e quindi in diagonale dall’interno dell’area di rigore
superò la resistenza dell’estremo difensore Corbo. Con quel gol storico ed
eccezionale l’Independiente vinse quella partita e quella prodezza venne
consegnata direttamente alla storia. Lo avrebbe imitato giusto dieci anni più
tardi Maradona in Messico contro l’Inghilterra. Del resto Maradona riteneva
Bochini il calciatore a cui si ispirava, il suo vero ispiratore dei suoi gesti
tecnici.
Non fu un caso, del
resto, che Maradona ne pretese la convocazione per i Mondiali del 1986, seppur
con un posto in panchina. El Bocha aveva avuto una carriera poco fortunata con
la Selecciòn, ma Maradona gli consentì di diventare Campione del Mondo, quando
Bochini scese in campo seppur per pochi minuti nella semifinale contro il
Belgio. Un regalo che il maestro non avrebbe mai più dimenticato.
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