di Vincenzo Paliotto
La
libertà è un colpo di tacco rappresenta allo stesso tempo un libro ed una
di quelle storie che vorresti che non finissero mai. La ricuce e la costruisce in
maniera magistrale Riccardo Lorenzetti, che celebra un esempio di democrazia
nel calcio che costituisce qualcosa di unico e persino di irripetibile.
L’autore ricostruisce in maniera romanzata ed appassionante la vicenda dei
brasiliani del Corinthians, prestigiosa squadra del popolo di San Paolo del
Brasile, che agli inizi degli Anni Ottanta intraprende l’esperienza vibrante ed
emozionante della Democracia Corinthiana. In pratica tutti i tesserati del club
partecipano con pari diritto di voto a tutte le scelte sia tecniche che
societarie della vita della squadra, coinvolgendo anche Presidente e Direttore
Sportivo ed ovviamente il tecnico Travaglini. I protagonisti sono più o meno
quattro: l’arrembante fludificante Wladimir, il giovane centravanti Casagrande,
l’elegante centrocampista Zenon ed il numero 8 della squadra, tale doutor Socrates, la cui specialità è
proprio il colpo di tacco e che vanta anche studi universitari di non poco conto.
Lorenzetti ricostruisce questa storia snodando
il racconto tra le vicende tra l’altro vincenti del Corinthians che vince due
volte il Paulistao nel 1982 e nel
1983 e quelle di un giornale locale Il
Cardellino, che ha il torto in quegli anni in cui il Brasile deve
sottostare ad una feroce dittatura militare, di essere un giornale dei
sindacalisti. Gente insomma che vorrebbe far rispettare i diritti dei
lavoratori, ma che invece deve sottostare alla gogna dittatoriale, che ogni
tanto chiude con la forza i battenti del giornale. Tuttavia, sulle colonne de Il Cardellino si cimenta un certo Alvaro
Cunha, il migliore dei giornalisti sportivi, capace di raccontare come nessun
altro le vicende del Timao, cioè il meraviglioso Corinthians.
Il libro ricostruisce in maniera meravigliosa
una delle vicende calcistiche più belle degli Anni Ottanta, dando spazio alle
imprese calcistiche di quel Corinthians e del suo maggior alfiere quale
Socrates e allo stesso tempo ricostruendo quella che era l’atmosfera sociale e
della quotidianità del popolo brasiliano, estremamente povero economicamente e
di diritti umani, ma così legato alle mirabilie del futebol, unica cosa sacra
per gli stessi brasiliani.
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