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sabato 17 febbraio 2018

La libertà è un colpo di tacco

di Vincenzo Paliotto
 La libertà è un colpo di tacco rappresenta allo stesso tempo un libro ed una di quelle storie che vorresti che non finissero mai. La ricuce e la costruisce in maniera magistrale Riccardo Lorenzetti, che celebra un esempio di democrazia nel calcio che costituisce qualcosa di unico e persino di irripetibile. L’autore ricostruisce in maniera romanzata ed appassionante la vicenda dei brasiliani del Corinthians, prestigiosa squadra del popolo di San Paolo del Brasile, che agli inizi degli Anni Ottanta intraprende l’esperienza vibrante ed emozionante della Democracia Corinthiana. In pratica tutti i tesserati del club partecipano con pari diritto di voto a tutte le scelte sia tecniche che societarie della vita della squadra, coinvolgendo anche Presidente e Direttore Sportivo ed ovviamente il tecnico Travaglini. I protagonisti sono più o meno quattro: l’arrembante fludificante Wladimir, il giovane centravanti Casagrande, l’elegante centrocampista Zenon ed il numero 8 della squadra, tale doutor Socrates, la cui specialità è proprio il colpo di tacco e che vanta anche studi universitari di non poco conto. 
 Lorenzetti ricostruisce questa storia snodando il racconto tra le vicende tra l’altro vincenti del Corinthians che vince due volte il Paulistao nel 1982 e nel 1983 e quelle di un giornale locale Il Cardellino, che ha il torto in quegli anni in cui il Brasile deve sottostare ad una feroce dittatura militare, di essere un giornale dei sindacalisti. Gente insomma che vorrebbe far rispettare i diritti dei lavoratori, ma che invece deve sottostare alla gogna dittatoriale, che ogni tanto chiude con la forza i battenti del giornale. Tuttavia, sulle colonne de Il Cardellino si cimenta un certo Alvaro Cunha, il migliore dei giornalisti sportivi, capace di raccontare come nessun altro le vicende del Timao, cioè il meraviglioso Corinthians.

 Il libro ricostruisce in maniera meravigliosa una delle vicende calcistiche più belle degli Anni Ottanta, dando spazio alle imprese calcistiche di quel Corinthians e del suo maggior alfiere quale Socrates e allo stesso tempo ricostruendo quella che era l’atmosfera sociale e della quotidianità del popolo brasiliano, estremamente povero economicamente e di diritti umani, ma così legato alle mirabilie del futebol, unica cosa sacra per gli stessi brasiliani.

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