di Vincenzo Paliotto
Per uno strano scherzo del calendario in rare
occasioni Juventus-Udinese si è trovata ad essere in programma nelle primissime
giornate del campionato italiano. Tuttavia, i Campioni d’Italia in carica si
ritrovano nella stagione che è alle porte ad esordire invece proprio contro i
friulani e tra le mura amiche. Gli intrecci tra le formazioni bianconere del nostro
campionato sono molteplici, ma ad ogni modo il maggiore legame tra la Juventus
ed i friulani rimane inderogabilmente quello legato al nome di Dino Zoff,
probabilmente il miglior portiere del calcio italiano che, dopo gli esordi all’Udinese,
con la maglia della Juventus e della Nazionale salì sul tetto del mondo. Nato a
Mariano del Friuli il 28 febbraio del 1942, Zoff debuttò nell’Udinese il 24
settembre del 1961, nel giorno in cui i friulani beccarono cinque pappine nella
trasferta di Firenze persa per 5-2. Tuttavia, i cinque gol incassati all’esordio
furono paradossalmente il miglior viatico per Zoff verso il grande calcio.
Difese in Serie A per 4 stagioni la porta del Mantova e per 5 quella del Napoli
prima di passare nel ’72 alla Juventus, dove rimase fino al 1983, stabilendo
record e primati e soprattutto vincendo tanto. Fu il campione silenzioso del
nostro calcio, non esente da critiche, ma in grado di essere sempre
atleticamente brillante ed efficace fino al titolo mondiale vinto nel 1982.
Gli episodi di amarcord tra Juve ed Udinese
rimangono in qualche modo tanti, ma in questo caso l’attenzione si concentra
sul match del 3 gennaio del 1982, quando alla ripresa del campionato i friulani
di Mister Enzo Ferrari si recarono al Comunale. Una sfida che diventava interessante,
in quanto per la prima volta Franco Causio, il Barone, affrontava i suoi
ex-compagni juventini e proprio un gigantesco Zoff evitò a Causio in più di un’occasione
di castigare la Vecchia Signora. Era un tempo in cui il calcio attraverso gli
ex di turno probabilmente regalava le sue emozioni migliori. La Juve del Trap
lanciata all’inseguimento della Fiorentina si schierò con: Zoff, Osti, Cabrini,
Furino, Brio, Scirea, Marocchino, Tardelli, Virdis, Brady e Bonini. L’Udinese
rispose con: Borin, Galparoli, Tesser, Gerolin, Cattaneo, Orlando, Causio,
Bacchin, Miano, Orazi e Muraro. Trapattoni alla mezz’ora ebbe un problema con
Tardelli e lo sostituì con il giovanissimo Giuseppe Galderisi, che aveva
giocato uno scampolo di partita appena nella stagione precedente. Era un
giovane molto valido, nativo di Vietri sul Mare, classe ’63, che la Juventus
aveva scovato in quei suoi vivai e fucine di talenti sparsi soprattutto nell’Italia
Meridionale come il Vietriraito appunto. Piccoletto di statura, ed infatti
detto Nanu, Galderisi risolse quella difficile contesa al 52’, insaccando l’unico
gol del match nella porta di Borin. Quel gol portò fortuna a Galderisi, che ne
mise a segno altri 5 in quella stagione fortunata per la Juventus, in quanto chiusa
con il 20esimo Scudetto. Il talento di Vietri sul mare avrebbe poi ricevuto altre
soddisfazioni in carriera, come quella di vincere lo Scudetto anche a Verona
nell’85. La Juve lo lanciò, lo sedusse e poi egli stesso andò clamorosamente a
raccogliere successi anche in altre piazze. Giocò anche 10 volte in Nazionale e
fu tra i primi tra Tampa Bay Mutiny e New England Revolution a tentare l’avventura
nel nuovo soccer nordamericano.
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