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sabato 16 maggio 2015

Il campionato più bello del mondo: Il Derby d'Italia


Invernizzi piegato da Lo Bello
di Vincenzo Paliotto

Nel 1967 il giornalista e narratore per eccellenza Gianni Brera battezzò la sfida a colpi di Scudetti e di veleni tra la Juventus e l’Inter come il Derby d’Italia, locuzione in realtà contestata dal Milan tra il 1994 e il 2009, quando erano i rossoneri, dopo la Juventus, a contare il maggior numero di titoli italiani vinti. Tuttavia, i corsi e ricorsi della storia non privarono alla sfida tra Juventus ed Inter di questo particolare e decoroso appellativo. Anche perché l’astio tra i bianconeri ed i nerazzurri sarebbe diventato sempre più grande ed ingombrante con il passare degli anni, crescendo in maniera esponenziale in nome dell’odio reciproco. Soprattutto dopo le vicende di Calciopoli del 2006, che hanno gettato ombre su alcuni Scudetti vinti dalla Juventus e consegnati d’ufficio all’Inter e successivamente ancora una volta contestati dagli stessi bianconeri. Una storia di intercettazioni e coinvolgimenti che hanno solamente acuito il contrasto tra i due club e soprattutto gettato ulteriori ombre sulla credibilità del calcio nostrano. Ad ogni modo, prima che le sfide si giocassero poi nelle aule dei tribunali e a colpi di denunce e querele, la contesa era già molto alta. Anche perché gli attriti all’esterno del rettangolo di gioco tra le opposte fazioni non erano mai mancate. Come quanto insolitamente accadde nella stagione del 1959/60: la Juventus si impose al Comunale di misura con rete del solito John Charles al 28’, ma la tensione in campo si acuì per buona parte dell’incontro fino ad arrivare ad un parapiglia generale. Nel corso del quale l’interista Giovanni Invernizzi fu colpito al volto nientemeno che dall’arbitro Concetto Lo Bello. Invernizzi poi continuò a giocare per l’intera durata dell’incontro e soltanto al triplice fischio accusò un lieve malanno in seguito a quella botta. L’Inter presentò reclamo, ma non servì a nulla. Nel 1961, invece, la Juventus vinse lo Scudetto dopo una gara fatta ripetere per motivi di ordine pubblico, che l’Inter in un primo momento aveva vinto sul campo di misura a Torino, ma che nel replay se la erano aggiudicata gli juventini con un largo 9-1 ai danni dell’Inter, che però aveva mandato in campo una squadra di ragazzini in evidente segno di protesta. Non a caso il gol della bandiera dei nerazzurri fu siglato da un giovane Sandrino Mazzola. L’Inter aveva vinto, come detto, la prima partita sul campo per 1-0, poi il Giudice Sportivo gli aveva assegnato addirittura la vittoria a tavolino, prima di decretare la ripetizione dello stesso match. Vincendo quella partita, l’Inter avrebbe riaperto la lotta per il titolo, che invece inevitabilmente fu ad appannaggio della Juve. Il malcontento dei nerazzurri fu enorme tanto da costringere i vertici nerazzurri a mandare in campo la formazione giovanile nel replay del match per una palese e forse anche giustificata protesta. Quella rivalità tra bianconeri e nerazzurri si era, comunque, infiammata ancora prima, anche in virtù del blasone che le due squadre godevano nell’albo d’oro del campionato. Ma il 4 aprile del 1954 i torinesi avevano patito una solenne sconfitta a San Siro per mano degli interisti.

 
Alfredo Foni
L’Inter difensivista e catenacciara di Alfredo Foni, ex-juventino peraltro, aveva punito severamente la Juve con un eloquente 6-0 che non ammetteva repliche. Skoglund e Brighenti avevano imperversato nella malcapitata difesa bianconera, mortificata da quel risultato tennistico. La vittoria roboante di San Siro risulterà decisiva per l’Inter, che vince il tricolore con un solo punto di vantaggio proprio sulla Juve. Anche se le polemiche più roventi si verificarono il 26 aprile del 1998 con l’Inter di Gigi Simoni lanciata verso il titolo, che però perse in maniera molto discutibile proprio a Torino. Gol di Alex Del Piero per i bianconeri, dopo che Ceccarini di Livorno aveva negato un macroscopico rigore ai danni del Fenomeno Ronaldo per un fallaccio subito ad opera di Mark Iuliano. Ad ogni modo, dopo il summenzionato caso di Calciopoli, Juventus-Inter è diventata spesso anche una sfida giocata lontana dai campi di calcio, tra accuse, polemiche e querele. Anche se sullo stesso terreno di gioco non sono mai mancati i colpi proibiti, come quelli tra Buffon e Thiago Motta ed i tristi cori razzisti all’indirizzo di Mario Balotelli. Il colored italiano dell’Inter subì gravi insulti nel corso delle sue prime esibizioni a Torino contro la Juve. Un retaggio che SuperMario si sarebbe purtroppo portato dietro in altre piazze italiane. Qualcuno in proposito dirà che non si tratta di razzismo, ma di antipatia esclusiva per il giocatore, al di là del colore della pelle. Con le sue parole poi il tecnico portoghese Josè Mourinho avrebbe acuito ancora maggiore acredine tra le due tifoserie per una sfida sentita ben oltre il responso del terreno di gioco.

 

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