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domenica 6 luglio 2014

FIFAWorldCup2014: verso Olanda-Argentina


 
Gli olandesi, è storicamente risaputo, giocano un calcio sostanziale e quasi da manuale, in cui nella sua apparente semplicità nessun dettaglio è lasciato al caso. Per cui, sulla strada che ti porta verso una finale della Coppa del Mondo o giù di lì, gli orange in vista di una lotteria dei calci di rigore al 120’ sono capaci di effettuare un cambio a dir poco decisivo. Dai pali esce Cillessen, in forza all’Ajax, rilevato da Tim Krul, estremo difensore del Newcastle United, che nelle gerarchie della nazionale olandese figurerebbe come terzo portiere. Ma Krul è a quanto pare estremamente abili a disinnescare i tiri dagli undici metri. Tanto da pararne due ai malcapitati costaricani e spedire l’Olanda in semifinale. Del resto Louis Van Gaal è uno stratega ed un motivatore al momento ineguagliabile e sta quasi segnando in questo Mondiale le sorti della sua squadra. L’Olanda alla vigilia non era da molti accreditati, ma Van Gaal è riuscito a costruire una squadra adesso temibilissima. Da giocatore Van Gaal passò quasi inosservato, con una lunga militanza nello Sparta Rotterdam ed una chiusura di carriera nell’AZ Alkmaar, poi il suo lungo e vittorioso percorso da allenatore. Ha vinto tutto con l’Ajax, compresa una Champions League nel 1995, ha vinto abbastanza con il Barcellona ed il Bayern Monaco, ha vinto persino un titolo alla guida dell’AZ nel 2009, caso raro in Olanda. Con la nazionale orange prova a scrivere adesso una pagina fondamentale, mentre al ritorno dal Brasile già sa di allenare il Manchester United per un grande rilancio.

 Sulla strada degli olandesi si presenta l’avversario storico ed ostico dell’Argentina. Squadra che richiama nella testa degli olandesi ricorsi storici a volte piacevoli e non. La finale persa nel 1978 a Buenos Aires è stata già vendicata nel 1998 in Francia. L’Olanda vinse all’ultimi minuto nei quarti a Marsiglia con gol di Dennis Bergkamp, l’olandese non volante del gruppo. Ma la mente ritorna al quel giorno del Monumental a Buenos Aires e a quel palo colpito all’ultimo minuto dei regolamentari da Rensenbrink. Il corso della storia sarebbe potuto cambiare, girando il vento al di là della dittatura militare di Videla, di Henry Kissinger e Licio Gelli  persino dell’arbitro italiano Gonnella, designato a sorpresa per quella finale, mentre tutti o quasi già sapevano dell’israeliano Klein. Come dire: misteri e non della FIFA.

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