Mario Frustalupi |
Una sola volta è accaduto nella storia del
campionato italiano che una squadra si laureasse Campione d’Italia, dopo aver
avvicendato l’allenatore sulla propria panchina nel corso della stagione stessa. Questo tipo di impresa riuscì
all’Inter nella stagione del 1970/71. Aveva iniziato il campionato sulla
panchina meneghina Heriberto Herrera, paraguayano ex della Juve dai metodi
ferrei, che però aveva imbarcato un inizio non facile, perdendo in casa con il
Cagliari sonoramente e poi anche il derby con il Milan per 3-0. Pertanto dalla
sesta gli subentrò il neanche 40enne Giovanni Invernizzi, che operò un
imponente recupero in classifica. L’11 ottobre del ’70, alla terza di
campionato, lo stesso HH2 non andò oltre il 2-2 sul terreno del Bologna. I
felsinei passarono in vantaggio al 26’ con Beppe Savoldi, quindi nella ripresa al 49’
pareggio di Facchetti ed al 71’ prodezza di Mario Frustalupi, centrocampista
dal talento sopraffino che cresceva sotto gli insegnamenti di Mariolino Corso,
che Pelè aveva definito il calciatore “bianco” più forte in assoluto. Tuttavia,
l’implacabile Savoldi al 76’ siglò il punto del decisivo pareggio. Fu quello l’ultimo
risultato positivo di Heriberto Herrera, vittima di un esonero precoce.
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