I tifosi dell'Eintracht in trasferta a Bordeaux |
La forza del blasone. Un nutrito plotoncino di compagini blasonate
ha già staccato in anticipo il biglietto per il passaggio del turno. Superano,
infatti, la fase a gironi squadre che almeno una volta nella loro storia hanno
vinto qualcosa in ambito continentale: Fiorentina, Lazio, Siviglia, Valencia,
Tottenham Hotspur ed Eintracht Francoforte. Mancano ancora all’appello, ma
potranno rimediare nell’ultima partita a disposizione, la Dinamo Kiev ed il PSV
Eindhoven, che hanno incassato due brutti stop al cospetto delle rivelazioni Genk
e Ludogoretz. Il vero spettacolo di questa giornata di Europa League lo hanno
regalato però l’Eintracht ed i suoi tifosi, presentatisi in 15.000 nella
trasferta decisiva a Bordeaux, dove le aquile hanno vinto meritatamente di
misura. Erano coloratissimi. Tutti o quasi indossavano un giubbotto di colore
arancione per regalare una coreografia straordinaria.
Virtù belghe. Il buon momento del calcio belga si
riflette anche in Europa League, dove il
Genk di Mario Been (ex-giocatore del
Pisa di Anconetani) ha già passato il turno, battendo di misura la Dinamo Kiev,
e potrebbe essere imitato dallo Zulte Waregem, vittorioso per 2-1 sul terreno
del Wigan Athletic. I rossoverdi dello Zulte sono sorti nel 2001 e
rappresentano una sorta di continuazione del vecchio SV Waregem che, fondato
nel 1925, vide poi bruscamente interrotta la propria storia nell’estate del
2001. Di lì, quindi, l’idea di una fusione con lo Zulte, altra compagine della
regione delle Fiandre dell’Ovest. Lo Zulte Waregem, dopo il 2° posto in
campionato della passata stagione, proviene dai preliminari di Champions
League, dove è stato eliminato dal PSV Eindhoven. Il passaggio del turno non
sarebbe una novità in Europa League per lo Zulte, visto che impresa analoga gli
riuscì anche nel 2007, dove fu poi fermato dal Newcastle United. Ad ogni modo,
il vecchio Waregem vanta poi trascorsi ben più importanti. Nel 1974, infatti,
vinse la Coppa del Belgio e nel 1986 arrivò fino alle semifinali in Coppa UEFA,
estromesso dal Colonia di Littbarski. In quella edizione i fiamminghi eliminarono
anche il Milan, dopo una vittoria esterna a San Siro. Era il Waregem di Danny
Veyt, Desmet e del colored Mutombo.
Philip Desmet nel Waregem del 1986 |
AZ Alkmaar. Tra le qualificate ai trentaduesimi di
finale spicca anche il nome dell’olandese AZ Alkmaar, unica squadra dei Paesi
Bassi al momento a dare un po’ di onore al calcio nazionale, dopo gli
incredibili passi falsi del PSV Eindhoven. L’AZ ’67, predecessore nella
denominazione del club attuale, arrivò in finale di Coppa UEFA del 1981, battuto
poi da un solido Ipswich Town. Era la squadra dei talentuosi Peters (futuro
genoano), del pluricannoniere Kees Kist, un’autentica macchina da gol, e di
Pier Tol, eccentrico trequartista. Una squadra capace di vincere il titolo
nazionale nel 1981 e di interrompere l’egemonia assoluta da sempre appartenuta
al triumvirato composto da Ajax, Psv e Feyenoord. Attualmente, invece, l’AZ,
squadra comunque seguitissima in tutta la Frisia, dà ampio spazio ai giovani,
su tutti il figlio d’arte Gudelj e l’islandese Gudmudsson. Anche l’AZ, come
altri club olandesi, è una vera fucina di talenti.
Capocannonieri. Il 28 centrocampista Olcan Adin con 5
reti agguanta in vetta alla classifica dei marcatori Jermaine Defoe del
Tottenham Hotspur. La sua tripletta è servita a battere per 4-2 l’Apollon di
Limassol e quindi a far guadagnare alla sua squadra un meritato superamento del
turno.
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