La rubrica Guida alla Copa Libertadores è redatta da Vincenzo Paliotto e da Victor Gomez Muniz.
Lo spettacolo della Doce al seguito del Boca Juniors |
Non a caso il Gruppo 1 della 54esima edizione
della Copa Libertadores è stato ribattezzato fin dal momento del sorteggio come
de la muerte. Del resto le formazioni
del Boca Juniors, del Nacional Montevideo, del Barcelona Guayaquil e del Toluca
tra blasone e reali valori da mettere in campo occuperanno senza dubbio un
ruolo da protagonista nel corso della manifestazione. Almeno sulla carta appare
questo il raggruppamento della prima fase che potrebbe riservare il maggiore
equilibrio e maggiori emozioni.
Il Boca Juniors ha vinto ben 6 volte la Copa
Libertadores e nell’albo d’oro di tutti i tempi è secondo nella Copa soltanto
ai connazionali dell’Independiente, che di successi ne hanno centrati ben 7, l’ultimo
dei quali però datato 1984. Gli zeneises
hanno richiamato a gran voce sulla propria panchina Carlos Bianchi, un tecnico
senza dubbio vincente dalle parti della Bombonera e soprattutto in Copa
Libertadores, dove ha vinto 3 volte, una volta sulla panchina del Velez e 2 su
quella degli stessi zeneises.
Carlitos avrà il compito non facile di rilanciare il Boca a livello
internazionale. Dal Corinthians è arrivato il burrito Martinez, mentre dal
Belgrano il più che promettente difensore centrale Claudio Perez, dal Siena
rientra in patria Ribaìr Rodriguez mentre ai vari Erviti, Guillermo Burdisso,
Sanchez Mino e Santiago Silva è affidato il ruolo di assemblare una squadra che
si attende molto anche lì davanti da Viatri e Blandi. Il gioiellino Paredes può
dire molto nel corso della manifestazione.
Il Nacional Montevideo partecipa alla Copa
Libertadores da ben 13 edizioni consecutive, ma non alza la Copa la cielo dal
lontano 1988. Per ritornare in auge gli orientales
si affidano a vecchie glorie, a cominciare dal Chino Alvaro Recoba, anche
fondamentale a Montevideo, e all’attaccante el loco Abreu, rientrato dal
Brasile, dove difendeva i colori del Botafogo. Il Nacional, però, allo stesso
tempo si affida ad un tecnico giovane, il 38enne Gustavo Diaz, che nella scorsa
stagione si è messo ben in luce nel Defensor Sporting. Gli orientales giocano in Libertadores per la 40esima volta e meglio di
loro come partecipazioni hanno fatto soltanto i cugini del Penarol.
Non sarà facile, comunque, passare nemmeno
dalla parti dell’Estadio Isidro Romero Carbo di Guayaquil, dove si gioca importanti
chance di qualificazione il Barcelona, squadra che per due volte nella sua
nobile storia ha perso la finale della Copa Libertadores. La squadra guaquylena
avrà un chiaro stampo argentino a cominciare dal tecnico Gustavo Costas, 49
anni ma che conosce benissimo il calcio sudamericano per aver allenato in
patria, ma anche in Paraguay, in perù ed appunto in Ecuador. Perso il bomber
Mino, andato all’America di Città del Messico, il Barcelona si è però
rinforzato con l’argentino Nahuelpan dal Racing Santander, con l’altro
attaccante argentino Castillejos del Lanùs e quindi Nicolàs Olmedo, argentino
anche lui ma centrocampista ex del Godoy Cruz. Il Barca ecuadoregno ha i
requisiti per provare ad insidiare la leadership del girone.
Il Toluca, fondata nel 1939, è la terza
squadra più prestigiosa del Messico come numero di titoli vinti: 10 come l’America
ed uno in meno del Chivas Guadalajara. La squadra è guidata dall’esperto
Enrique Meza e prova a migliorare il suo cammino in Libertadores, dopo l’eliminazione
negli ottavi nell’edizione del 2007. I diablos
rojos giocano nel Nemesio Diaz, 27.000 posti, soprannominato la Bombonera
messicana ed il pubblico qui è un fattore importante da tenere in considerazione.
Il Toluca è una squadra ben equilibrata e saprà dire senza dubbio qualcosa di
importante all’interno del suo raggruppamento.
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