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mercoledì 4 aprile 2012

Sotto due bandiere: Claudio Vinazzani

di Vincenzo Paliotto (tratto da Napolissimo n. 12)

 Non sempre occupava le prime pagine dei quotidiani sportivi, non era uno che per caratteristiche tecniche si poteva concedere allo spettacolo. Ma Claudio Vinazzani ricoprì un ruolo di indubbia importanza nel calcio italiano, e nel Napoli in particolare, degli Anni Settanta ed Ottanta. Nato a Carrara il 18 aprile del 1954, il centrocampista toscano militò ai margini del grande calcio fino al ’76, giocando con alterne fortune sia nella Massese che nella Carrarese, due squadre divise da una fiera rivalità, che nell’Olbia in Serie C, per un’esperienza importante nella sua carriera.


 Il Napoli lo notò nella stagione del 1975/76 che Vinazzani disputò in forza ai bianconeri della Massese. Ferlaino decise di scommettere su quel calciatore sconosciuto alle grandi platee. Ci mise però poco il buon Claudio per farsi apprezzare dal caldo pubblico di Napoli. Si guadagnò, infatti, degli appellativi importanti e che rendevano al suo temperamento mostrato in campo. Per qualcuno, infatti, era il “carabiniere” per la guardia senza sosta che montava sugli avversari, per qualcun altro ancora invece era il “sindacalista” per la parola importante che aveva negli spogliatoi e nei confronti della società.

 Vinazzani giocò nel Napoli praticamente dal 1976/77 al 1982/83, collezionando in campionato ben 188 presenze con 4 reti all’attivo. Vinse in azzurro un unico trofeo, la Coppa di Lega Italo-Inglese del 1976 nella doppia sfida contro il Southampton, mentre in campionato si avvicinò allo Scudetto nel 1980/81, con Marchesi in panchina e Krol come idolo del San Paolo prima di Maradona. Fu capitano del Napoli, comunque, per molte stagioni e portò con onore quella fascia, tanto da essersene affezionato oltre ogni lecita immaginazione.

 Chise poi la sua carriera agonistica in maniera più che dignitosa con la maglia della Lazio dalla stagione del 1983/84 in Serie A a quella del 1985/86 in Serie B, per un totale di 78 apparizioni ed un gol. Giocò con Giordano e Mnafredonia, ma la storia laziale non fu proprio fortunata in quegli anni.

 Appese le scarpette al chiodo, provò con la carriera di allenatore, ma non andò oltre due anonime panchine con l’Entella Bacezza Chiavari e la stessa Carrarese. Tuttavia, riuscì molto meglio in altri ambiti. Fu, infatti, coordinatore provinciale del PDL in politica, mentre nell’ambito del commercio continua ancora a gestire un negozio di articoli sportivi nei pressi del San Paolo a Napoli, la città a cui inevitabilmente si è legato di più.

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