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lunedì 12 marzo 2012

Taranto, la maglia negata

di Vincenzo Paliotto (tratto da Fan’s Magazine n. 254)

 Con un incredibile e clamoroso dietrofront la Lega Pro è ritornata sui suoi passi, negando al Taranto di scendere in campo con sopra la propria maglia con la scritta recante lo sponsor-slogan pensato e pagato dai suoi tifosi. Una presa di posizione che ha scatenato polemiche roventi non soltanto nella città pugliese, ma riportando una vasta eco anche su scala nazionale.  Con una nota stampa che ha scatenato un vero e proprio putiferio a Taranto e dintorni il Direttore Generale della Lega Pro Ghirelli ha, infatti, proibito alla società rossoblu, dopo averlo prima avallato, lo sponsor-slogan RespiriAmo Taranto, in quanto dettato da presunti “connotati di natura politica” e pertanto incompatibile con il regolamento della federazione. L’iniziativa è partita dal gruppo ultras dei Taranto Supporters, oramai da sempre vicini alle sorti della loro squadra del cuore, che hanno dato una mano alla società presieduta da D’Addario con evidenti difficoltà economiche, sottoscrivendo una raccolta popolare arrivata a quota 11.000 euro, che ha consentito alla squadra jonica di sostenere il ritiro pre-partita prima del big-match del campionato al Libero Liberati di Terni. I tifosi tarantini hanno poi ottenuto con enorme soddisfazione della dirigenza del club e dell’allenatore Davide Dionigi di vedere campeggiare sulle maglie della propria squadra del cuore lo sponsor-slogan RespiriAmo Taranto, per sottolineare l’amore dei tarantini per la propria maglia e la determinazione e la voglia degli stessi di “respirare” l’aria della propria città, scevra da fumi, veleni e polveri di ogni genere.

 Tuttavia, nelle ore che precedono l’atteso match di sabato pomeriggio in Umbria, dove i tarantini al seguito della squadra sono quasi 1.000, un inatteso e clamoroso comunicato stampa della Lega Pro mette fine in maniera indegna ai buoni propositi degli ultras tarantini, con un provvedimento nella sua sostanza e nelle sue poco nobili intenzioni inquietante:

Facciamo seguito alla precedente ns. comunicazione di revoca del provvedimento autorizzativo all’apposizione dello slogan “RespiriaAMO Taranto”. Con la presente si ritiene doveroso precisare che, ai sensi di quanto previsto dalla Circolare di lega Pro n. 6 de 1 luglio 2011, e espressamente vietata “la pubblicità a scopi politici”. In conseguenza poi delle segnalazioni ricevute, ci siamo visti costretti a porre in essere un indagine al fine di accertare l’effettiva portata dello slogan da voi proposto per l’apposizione sulle maglie da gioco. E’ stato sufficiente prendere visione su quanto testualmente riportato sul sito web denominato www.tarantosupporters.it per ravvisare connotati di natura politica; si legge infatti che la frase è stata concepita dal Comitato per Taranto e letta in occasione delle manifestazioni ambientaliste frase che racchiude tanti significati veleni che ammorbano Taranto l’inquinamento del suolo adiacente la grande industria. Dette circostanze, a noi ignote al momento del ricevimento della vs. richiesta ed emerse solo successivamente all’esito degli accertamenti come sopra effettuati, ci hanno portato ad assumere – senza indugio – il provvedimento di revoca già trasmesso“.

 Le polemiche non sono sfumate nel giro di poche ore, anzi il provvedimento sconsiderato ed incauto ha registrato degli strascichi polemici di non poco conto. Nella nota trasmissione domenicale Quelli che il calcio in onda sulla RAI l’attore tarantino Michele Riondino ha infatti richiamato l’attenzione su questo triste episodio, definendo polemicamente la Lega Pro con un sarcastico Lega Contro, scatenando anche un dibattito in studio. E non evitando un nuovo intervento di Ghirelli (che ha subito telefonato alla trasmissione condotta da Massimo Caputi) che ha confermato l’inamovibilità della presa di posizione della federazione. Oltretutto non è bastato neanche chiamare in causa il recente caso legato alla maglia della Juve Stabia. La società di Castellammare, infatti, è scesa in campo con un altro sponsor-slogan che in questo caso fiancheggiava la causa degli operai della locale Fincantieri. Se vogliamo nelle sua dimensione di un peso politico forse anche maggiore di quella tarantina. Ma le istituzioni hanno messo il loro veto su qualsiasi ripensamento ed apertura a quella che è una giusta causa non soltanto per il mondo del pallone. Come d’altra parte ha sottolineato il giornalista Gianni Mura sulle pagine della Repubblica, non rimasta insensibile nei confronti un provvedimento sconcertante.

 Come dire che la frase pensata di natura per certi versi a sfondo politico-ambientalista nuoce gravemente alla salute, ma non soltanto a quello del nostro calcio, ci mancherebbe, ma a quella della nostra vita sociale e di un paese che inverte nelle stanze dei bottoni in maniera dittatoriale quello che pensano la gente comune e gli ultras. Con tutta probabilità l’industria che tiene banco in questo angolo di Puglia ha fatto sentire paradossalmente il suo enorme peso politico, ma non soltanto su una maglietta di una squadra di calcio.


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