di Vincenzo Paliotto
Nato a Brescia il 15 giugno del 1950 e sbocciato calcisticamente nelle giovanili dell’Inter, Giuseppe Oscar Damiani in maniera trasversale e ed in diverse momenti della sua carriera ha rappresentato uno dei numerosi intrecci esistenti tra calciatori che hanno indossato con fortune alterne le maglie del Napoli e della Juventus. Esordisce, comunque, giovanissimo in Serie A nelle file del Lanerossi Vicenza nel campionato del 1969/70, evidenziando importanti doti tecniche ed anche confidenza con il fondo della rete. Con i biancorossi veneti rimane fino al 1972, giocando 68 partite e con 9 reti all’attivo, ma nella stessa estate si trasferisce per la prima volta nella sua carriera al Napoli, rappresentando uno degli acquisti più attesi e forse dispendiosi per i partenopei. Nonostante 26 presenze e 5 reti all’attivo (Damiani gioca prevalentemente sull’out mancino) non riesce a far breccia nel cuore dei napoletani e soprattutto in quella della dirigenza capeggiata da Ferlaino. Infatti, in maniera troppo precipitosa viene rispedito senza troppi complimenti al Vicenza, con cui disputa ancora un torneo di massima divisione. Tuttavia, il talento di Damiani non passa inosservato ed il calciatore nell’estate del 1974 matura per lui una nuova ed importante opportunità di carriera. Damiani, infatti, si accasa alla Juventus e con i bianconeri rimane per due stagioni, collezionando 47 presenze e 16 reti in campionato. Le sue giocate contribuiscono anche alla vittoria dello Scudetto del 1974/75. Suo, tra le altre cose, è un gol con cui contribuisce alla sonora sconfitta casalinga dei partenopei per 2-6 contro i bianconeri. Mentre in Coppa UEFA nell’edizione del 74/75 due suoi gol eliminano l’Ajax. Il suo passaggio alla Juventus lo porta anche nel giro della Nazionale Italiana che Fulvio Bernardini ed Enzo Bearzot stanno meticolosamente rifondando. Ad ogni modo, la sua esperienza azzurra non va oltre due apparizioni in gare amichevoli contro Jugoslavia e Bulgaria.
La sua esperienza in bianconera, però, non va oltre l’estate del 1976, il giocatore viene reputato bravo, ma forse troppo discontinuo. Decide allora di accettare l’offerta del Genoa ed in Liguria ottiene buone soddisfazioni ed il grande affetto del pubblico rossoblu. Dal ’76 al ’79, infatti, con il Grifone gioca 85 partite con 37 reti all’attivo. Vince con il Genoa una classifica dei cannonieri in Serie B nel 78/79 con 17 reti e con 3 segnature è tra i maggiori realizzatori nel Derby della Lanterna, scavalcato molti anni più tardi soltanto da Diego Milito.
Nel ’79 gli viene concessa l’opportunità per una importante rivincita nella sua carriera di goleador e Ferlaino lo riporta a Napoli, convinto che questa volta il calciatore contribuirà al salto di qualità della sua squadra. In tre stagioni Damiani disputa in azzurro 72 partite con il contorno di 10 reti, in verità poche, non smentendo la sua discontinuità realizzativa. Il calciatore rappresenta in effetti croce e delizia dei tifosi del San Paolo, anche se nel 1981 anche grazie a lui gli azzurri sfiorano uno Scudetto vinto ancora dalla Juventus. Nel 79/80, ad esempio della sua particolarità, segna gol a grappoli in Coppa Italia, ma poi in campionato smarrisce clamorosamente il fiuto del gol.
Nel 1982 passa al Milan e successivamente al Parma e alla Lazio, dove nel 1986 chiude la sua carriera agonistica, senza tralasciare una fugace parentesi nel soccer statunitense con i Cosmos di New York. Damiani si afferma, poi, come uno dei migliori procuratori del calcio italiano. La sua scuderia degli assistiti comprende i nomi di tra gli altri di Shevchenko, Rocchi, Constant, Costacurta, Panucci e Thuram.
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