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martedì 28 febbraio 2012

Da Glasgow a Porto Said, le tragedie che hanno funestato la storia del calcio

di Vincenzo Paliotto (tratto da Fan’s Magazine n. 253)

Burnden Park 1946
 I gravi fatti di Porto Said del 2 febbraio scorso in cui hanno perso la vita ben 73 persone, oltre a ben 1.000 feriti, al termine della partita tra l’Al Masry e l’Al Alhy del Cairo, la squadra più titolata del paese, hanno riaperto una ferita mai del tutto rimarginata nel mondo del calcio. Anche se gli approfondimenti dei giorni successivi hanno giustamente ascritto le causa di questa tragedia non soltanto a motivi calcistici (per quanto possa essere alta la rivalità tra la squadra di Porto Said e quella del Cairo) ma soprattutto al grave clima di incertezza politica e sociale che regna nel paese egiziano dopo la caduta del regime di Hosni Mubarak.


 Ad ogni modo, i morti in uno stadio di calcio a Porto Said riannodano il filone triste che la storia ultracentenaria del calcio può purtroppo raccontare. La prima tragedia di enormi proporzioni nel mondo del calcio si registra addirittura nel 1902, quando all’Ibrox Park di Glasgow 25 persone muoiono per il crollo di una parte della Tribuna Ovest, poco dopo l’inizio del grande derby tra Scozia ed Inghilterra.

 Il 9 marzo del 1946, invece, nel corso di una partita dei quarti di finale tra Bolton Wanderers e Stoke City crolla un muro di cinta del Brunden Park. Muoiono 33 tifosi e 500 ne rimangono feriti. Lo stadio viene poi abbattuto nel 1997.

 Nel 1955 6 tifosi muoiono a Santiago del Cile prima della finale di Coppa America tra il Cile e l’Argentina, vinta 1-0 da quest’ultima. Lo stadio non riesce a contenere la gran folla.

 Nel 1962, invece, balza alle cronache mondiali la prima tragedia calcistiche al di fuori dei confini del Vecchio Continente: a Libreville nel corso del match tra il Congo e lo Zaire una frana si abbatte sullo stadio, facendo contare 9 morti e 30 feriti.

 Nel 1964, però, si verifica a Lima il secondo più grave disastro nella storia del mondo del calcio per numero di morti. Il 25 maggio si affrontano all’Estadio Nacional il Perù e l’Argentina e gravi disordini scoppiano dopo un gol annullato alla Nazionale andina. Il bilancio è terrificante: 328 morti e circa 500 feriti.

 Il 17 settembre del 1967 episodi di inaudita violenza provocano la morte di 40 tifosi allo Stadio Ataturk di Kayseiri in Turchia nel corso del match tra il Kayseirispor ed il Sivasspor. E’ uno dei primi veri e propri episodi di hooliganesimo del calcio europeo. Le due tifoserie si affrontano a colpi di bastoni e coltelli e le intemperanze proseguono nei giorni successivi nelle rispettive città. Infatti, nella città di Siva gli abitanti locali vanno a perseguitare i cittadini di Kayseiri che hanno attività commerciali. I disordini cominciano per un gol annullato alla squadra di casa. Una ferita profonda per il calcio turco.

 Nel 1968 a Buenos Aires al termine del sentitissimo derby bonarense tra il River Plate ed il Boca Juniors muoiono nel corso di scontri furiosi tra le opposte tifoserie 74 persone e molte altre rimangono ferite.

 Nel 1969 un numero imprecisato di tifosi rimane senza vita a San Salvador durante e al termine della partita tra l’El Salvador e l’Honduras, che si giocano lo spareggio per approdare ai Mondiali di Mexico ’70. Da questa partita e da altri malcontenti sociali e politici si scatenerà la prima guerra del football, o anche conosciuta come la guerra dei 100 giorni, tra i due paesi centroamericani. Triste evento a cui dedicherà un libro anche lo scrittore Ryszard Kapusczynski.

 Il 2 gennaio del 1971 ancora gli spalti di Ibrox Park registrano una tragedia di gravissime proporzioni. 76 morti e 150 feriti si contano nei minuti finali dell’Old Firm, il derby tra il Celtic ed i Rangers, ma non per scontri tra le tifoserie, ma in quanto i blues pareggiano all’ultimo minuto con Colin Stein e la folla che stava uscendo dallo stadio ritorna improvvisamente indietro, causando una lunga serie di decessi per soffocamento. Una giornata che le due tifoserie arcirivali ricordano sempre però unitamente.

 Nel 1978 48 persone muoiono al Cairo nel corso di una ressa per entrare nello stadio ed assistere alla partita dello Zamalek.

 Nel 1981 a Tolima, in Colombia, si contano 18 morti e 45 feriti per il crollo di un muro di cinta dello stadio nel corso del match di campionato tra il Deportvo Tolima e il Deportivo Cali.

 L’8 febbraio del 1981 21 tifosi dell’Olympiakos muoiono in circostanze mai del tutto accertate allo Stadio Karaiskakis, quello della loro squadra, mentre stanno celebrando una memorabile vittoria della loro squadra contro il cugini dell’AEK Atene per 6-0. Le ragioni della tragedia non sono mai state completamente accertate. Probabilmente il tutto viene provocato da un’improvvisa chiusura dei cancelli del Gate7, la curva di quelli dell’Olympiakos, e molti tifosi rimangono schiacciati dalla folla.

 Nel 1982, invece, sempre in Colombia i morti sono 22 allo Stadio Pascal Guerreo di Calì nel corso di una ressa per entrare nello stadio.

 Nell’ottobre del 1982 a Mosca, Stadio Luznhiki, si verifica la più grave tragedia in assoluto della storia del calcio per il numero di morti che si contano. Infatti, nei minuti finale della partita valida per il secondo turno di Coppa UEFA tra lo Spartak Mosca e gli olandesi dell’Haarlem muoiono ben 340 tifosi ed oltre 1.000 ne risultano feriti. Un gol della squadra moscovita negli ultimi minuti ha provocato un dietrofront del pubblico che già stava uscendo dallo stadio. In un primo momento le autorità governative sovietiche parlano di 2 morti, poi di 32 e soltanto otto anni più tardi viene ufficialmente rivelata la vera entità dell’incidente.

 L’11 maggio del 1985, anno decisamente infausto, perdono la vita 56 tifosi per lo scoppio di un incendio durante una partita del Bradford City contro il Lincoln City, giornata in cui tra l’altro la squadra di casa celebra la vittoria nel campionato di Third Division.

 Il 29 maggio dello stesso anno all’Heysel di Bruxelles, prima della finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus ed il Liverpool, 40 tifosi bianconeri perdono la vita per un assalto degli hooligans dei reds verso la Curva Z, occupata dai tifosi italiani. Le squadre inglesi vengono escluse per 5 anni dalle competizioni europee ed il governo britannico inizia una dura repressione negli stadi e non nei confronti degli hooligans.

 Il 12 marzo 1988 83 persone muovo allo Stadio Nazionale di Katmandu in Nepal. I tifosi rimangono soffocati mentre i cancelli restano chiusi.

Hillsborough 1989
 Il 15 maggio del 1989 a Sheffield, stadio Hillsborough, quello del Wednesday, pochi minuti dopo l’inizio della semifinale di FA Cup tra Liverpool e  Nottingham Forest, 94 tifosi muoiono schiacciati da altri tifosi che cercano di entrare nello stadio senza biglietto.

 Il 7 luglio del 1990 Siad Barre interviene a Mogadiscio all’inaugurazione dello stadio dove si affrontano il Giuba e lo Scebeli in un torneo per rappresentative regionali. Inizia una contestazione al capo del governo e la polizia spara sulla folla, provocando 3 morti ed altrettanti feriti, secondo le fonti ufficiali. Ma l’impressione è che l’entità dei morti sia ben più alta.

 Il 25 settembre del 1990 18 persone muoiono massacrate a Candelaria, vicino Calì, mentre assistano ad una partita di un campionato minore. Sono vittime di una rappresaglia tra i cartelli di narcotrafficanti nella guerra tra Cali e Medellin.

 Nel 1991 a Orkney, Stadio Ernest Oppenheimer, per un derby amichevole tra Kaizer Chiefs e Orlando Pirates, le due maggiori squadre di Soweto, le più blasonate del paese e molto rivali, muoiono 42 tifosi.

 Il 5 maggio del 1992 9 tifosi perdono la vita prima del match valevole per la semifinale di Coppa di Francia tra il Bastia e l’Olympique Marsiglia nello stadio corso Furiani, che non regge all’impatto con l’enorme folla che vuole assistere all’attesissima partita.

 Il 16 ottobre del 1996 83 persone vengono uccise dalla calca all’Estadio Mateo Flores di Città del Guatemala prima dell’incontro molto atteso tra il Guatemala ed il Costa Rica. I tifosi muoiono nel tentativo di entrare nel settore General Sur, già superaffollato. Il Presidente guatemalteco Arzù fa sospendere immediatamente la partita.

 Nel 1996 a Lusaka in Zambia 9 tifosi perdono la vita dopo la vittoria della nazionale locale contro il Sudan come gara valida per le qualificazioni alla Coppa del Mondo.

 Nel 2000 13 tifosi muoiono ad Harare per il lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine.

 L’11 aprile del 2001 43 tifosi perdono la vita a Johannesburg all’Ellis Park, ancora una volta prima del sentito derby di Soweto tra il Kaizer Chief e gli Orlando Pirates. Oltre 100.000 persone accorrono nello stadio che può però ospitare soltanto 68.000 paganti.

 Il 30 aprile del 2001 si registra ancora una tragedia africana, questa volta in Congo a Lumbumbashi dove si affrontano il Mazembe ed il Lupopo. I morti sono 14.

 Il 9 maggio del 2001 allo Accra Sports Stadium si affrontano le due maggiori squadre del Ghana l’Hearts of Oak e l’Ashanti Kotoko. L’Hearts vince per 2-1, creando il disappunto della tifoseria avversaria che inizia creare disordini all’interno dello stadio con lancio di pietre e bottiglie. Per disperdere la folla la polizia spara dei lacrimogeni che soffocano ben 127 tifosi, che muoiono nello stadio o nell’ospedale di Accra.

 Nel marzo del 2009 13 tifosi perdono al vita durante il match di qualificazione alla Coppa del Mondo ad Abidjan tra la Costa d’Avorio ed il Malawi.

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