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giovedì 26 gennaio 2012

Sotto due bandiere: Claudio Sala

di Vincenzo Paliotto (tratto da Napolissimo n. 3 del 2012)

 Lo chiamavano il Poeta del gol per il suo modo di accarezzare il pallone e di rifinire assist sontuosi, mentre scorrazzava sulla sua corsia di competenza, quella fascia destra che ormai abitava da anni con sapienza e talento ed infiammando gli animi dei suoi tifosi. Con la maglia del Torino si rivelò effettivamente come una vera leggenda. 11 stagioni consecutive al servizio dei granata, con il beneficio di ben 365 presenze condite da 22 gol e nel palmarès uno Scudetto, quello del ’75, ed una Coppa Italia vinte. Oltretutto fu premiato per due anni, nel ’76 e nel ’77, con il Guerin d’Oro come miglior calciatore della Serie A. Un premio che all’epoca significava in sostanza qualcosa. Per il resto della sua carriera, invece, le permanenze sia al Napoli che al Genoa si rivelarono fugaci, ma con tanti rimpianti. L’ingegner Ferlaino lo ingaggiò nell’estate del 1968 come giovane promessa dal Monza, con cui si era disimpegnato tra la Serie C e quella cadetta. Il suo soggiorno partenopeo non passò inosservato. Anzi partito con il ruolo di rincalzo, il mister Beppone Chiappellla lo chiamò più volte in causa per il suo talento cristallino, capace di distribuire sapientemente assist e giocate mirabolanti. In campionato disputò 23 partite, confortate anche da due gol: uno siglato a Varese, l’altro in casa contro il Pisa. Anche se il Napoli non si spinge oltre il 7° posto. Mentre in Coppa delle Fiere al secondo turno fece impazzire i terribili mastini del Leeds United, segnando anche un gol quello del 2-0, che però fu vanificato dal lancio della monetina che consentì agli uomini di Don Revie di passare con molta fortuna il turno. Sembrava dover rappresentare insieme a Totonno Juliano il futuro di un Napoli emergente, invece la giovane ala fu sacrificata dallo stesso Ferlaino per risanare le casse sociali e ceduto a peso d’oro al Torino che ne avrebbe fatto uno dei suoi migliori alfieri, tra le dure proteste dei tifosi del Napoli che si erano già abituati a chiamarlo il piccolo Sivori.

 La maglia del Torino rappresentò la sua pelle più di quella della Nazionale che indossò in maniera non proprio costante per 18 volte, mentre nell’estate del 1980 accettò, dopo 11 lunghe stagioni, di trasferirsi al Genoa per dare una mano all’orgoglioso Grifone a risalire dalla Serie B, rispettando in pieno le consegne. Sala ottenne la promozione con la maglia dei liguri e giocò la sua ultima stagione con il Genoa in Serie A nel 1981/82, campionato peraltro contrassegnato da qualche acciacco fisico. Claudio Sala fu uno dei più grandi del calcio italiano degli Anni Settanta, peccato che la sua permanenza sia a Napoli che a Genova fu per motivi diversi fugace.

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