di Vincenzo Paliotto (tratto da Napolissimo n. 49)
Il suo cognome di chiari origini scandinave fornì ben presto inaspettatamente un assist opportuno alla inimitabile fantasia dei tifosi napoletani e Jonas Thern, geometrico centrocampista della nazionale svedese di un biondo inconfondibile, divenne ben presto per gli incalliti frequentatori del San Paolo “PataThern”, per la sua abilità di tenere il campo e le redini del gioco. Arrivò al Napoli di gran carriera nell’estate del 1992 per sostituire nello scacchiere tattico degli azzurri il brasiliano Alemao. Nato a Falkping il 20 marzo del 1967, aveva speso la sua carriera svedese unicamente nelle file del Malmo, maglia con cui aveva esordito nel 1985, prelevato dal piccolo Varnamo. Con i celesti di Malmo aveva vinto due volte l’Allsvenskan, il massimo campionato, ed in altrettante occasioni la coppa nazionale. La sua prima esperienza al di fuori dei confini nazionali con la maglia dello Zurigo non era stata esaltante, ma trovò poi ampi consensi successivamente invece nel suo triennio trascorso a Lisbona nelle file del Benfica tra il 1989 e il 1992, giocando e perdendo purtroppo alla guida delle Aquile portoghesi anche una finale di Coppa dei campioni di fronte al Milan nel 1990. Del resto in Portogallo trovò in panchina il suo connazionale e stimato allenatore Sven Goran Eriksson.
Tuttavia, Jonas Thern era uno svedese nelle sue caratteristiche peculiari atipico per quelli che erano abituati alle sgroppate e alla muscolatura sullo stile di Glen Peter Stromberg, fuoriclasse e connazionale dell’Atalanta. Thern, invece, era il classico ragioniere di centrocampo. Calciatore di buona corsa, ma anche di impeccabile visione di gioco, con cui sapeva innescare gli attaccanti di turno. Anche se in verità il suo impatto con il calcio italiano non fu dei più agevoli. Deluse agli esordi con Ranieri in panchina, mentre si rivelò più concreto con Boskov e raggiunse rendimenti notevoli invece con Marcello Lippi nella stagione del 1993/94. Debuttò in maglia azzurra il 6 settembre del 1992 con un deludente pareggio a reti inviolate tra le mura amiche contro il Brescia.
Con il Napoli collezionò 48 partite di campionato con un gol all’attivo, ma le sopravvenute e note carenze finanziarie del club partenopeo costrinsero la società a cederlo all’ambiziosa Roma, con cui il centrocampista svedese giocò dal ’94 al ’97, con 59 presenze e 3 gol all’attivo. Non passò, ad ogni modo, inosservato nel calcio italiano per la sua intelligenza tattica e la sua solidità fisica. Non a caso collezionò anche circa 75 gettoni di presenza con la maglia della nazionale del suo paese, giocando ad ottimi livelli sia agli Europei del ’92 che alla Coppa del Mondo del ’94. Tuttavia, alla scadenza del suo contratto capitolino, appena trentenne, la Roma gli diede la possibilità di lasciare l’Italia e Thern si accordò con i Rangers Glasgow, anche se in Scozia, complice qualche infortunio di troppo, non riuscì ad esprimersi al meglio delle sue possibilità. Lo svedese ha poi intrapreso la carriera di allenatore, in verità senza troppi sussulti, alla guida del Varnamo e dell’Halmstad, ma probabilmente la parentesi napoletana fu una delle più brillanti della sua carriera, chiusa però con troppa fretta ed in anticipo sui tempi.
Quando è arrivato Boskov, Thern era già passato alla Roma
RispondiEliminaCare lettore,
RispondiEliminascusami per l'imprecisione. Volevo dire Ottavio Bianchi e mi è scappato Boskov. Bianchi in quella stagione rilevò Ranieri.