martedì 15 novembre 2011

Sotto due Bandiere, Bruno Giordano

di Vincenzo Paliotto (tratto da Napolissimo n.45)



Giordano con la maglia del Napoli
 Era senza dubbio difficile farsi notare in mezzo a due attaccanti sudamericani, che tra l’altro l’uno portava il nome di Diego Armando Maradona, vale a dire il più grande di tutti i tempi, e l’altro quello di Antonio Careca, bomber dal palleggio sopraffino. Tuttavia, Bruno Giordano, romano di Trastevere, riusciva disinvoltamente a parlare lo stesso linguaggio tecnico degli assi sudamericani, anzi imponendosi come uno dei migliori attaccanti italiani degli Anni Ottanta. Nato a Roma il 13 agosto del 1956, aveva speso la prima parte della sua carriera esclusivamente nella Lazio, dove era cresciuto ed aveva sostituito nel cuore dei tifosi biancocelesti il prode Giorgione Chinaglia. Aveva esordito nella Lazio il 5 ottobre del 1975 a Marassi contro la Sampdoria, ripercorrendo subito le orme di un predestinato. Infatti, nella gara del debutto contro i blucerchiati segnò il primo degli 86 gol con la maglia della Lazio. Con i capitolini Giordano militò dal ’75 all’85 senza vincere mai praticamente nulla. La sua unica ed effimera soddisfazione la ottenne vincendo lo Scudetto primavera nel ’75. mentre fu capocannoniere in Serie A nel ’79 ed in B nell’83. La sua lazialità, comunque, fu grata ai tifosi romani. Giordano era considerato il vero re del gol di Roma. In più di un’occasione il suo nome fu accostato a quello degli squadroni del Nord, ma il numero 9 laziale non si spostò mai da Roma. Anzi in un paio di sessioni estive del calciomercato riuscì ad essere irriverente sia nei confronti dell’Avvocato Agnelli che di Boniperti, autentici mattatori della compravendita dei calciatori. In pratica per due volte la Juve lo ritenne un affare concluso per poi ricevere un infelice diniego proprio all’ultimo momento. Nessuno negli Anni Settanta ed Ottanta diceva di no alla Juventus. Giordano era considerato uno dei più forti nonostante nel 1980 fosse stato condannato nell’ambito della prima grande inchiesta del calcioscommesse in Italia.


Giordano con al maglia della Lazio
 La sua vita privata si rivelò oltretutto alquanto movimentata. Il 16 giugno del ’79 Giordano sposò la bella e giovane romana Sabrina Minardi da cui ebbe una figlia, Valentina. Ma non fu quella un’unione per lui felice. Dopo un paio di anni la Minardi, infatti, fu ammaliata dal potere e dalle promosse di Enrico De Pedis, detto Renatino, il capo della Banda della Magliana, iniziando inevitabilmente la parabola discendete della sua vita.

 Dopo la retrocessione della Lazio in B nell’85, Bruno Giordano decise di lasciare Roma e di firmare per il Napoli, con cui trascorse tre anni indimenticabili, vincendo uno Scudetto ed una Coppa Italia nell’87. Nel Napoli giocò 78 partite con 23 gol all’attivo, quasi tutti di pregevole fattura, mentre misero per il suo enorme potenziale fu il suo curriculum in Nazionale con appena 13 presenze ed un gol. Ma Giordano non era uno che cedeva a facili compromessi. Rimase a lungo nel cuore dei napoletani, nonostante i suoi trascorsi laziali, ma Giordano era un attaccante dotatissimo, che continuò a far gol anche con le maglie di Ascoli e Bologna. Non è stata poi all’altezza delle aspettative la sua carriera di allenatore su tante panchine della B e della C senza quasi mai lasciare il segno.

Nessun commento:

Posta un commento