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mercoledì 14 settembre 2011

Il Dagesthan una nuova e rischiosa frontiera del pallone

di Vincenzo Paliotto

 Il Dagesthan è uno degli stati periferici nell’orbita federalista russa, che si trova ancora più a sud della Cecenia, ma che le cui vicende politiche sono poco note o appositamente collocate ai margini dell’informazione internazionale. Del resto il nome del paese caucasico è balzato nelle ultime settimane nelle cronache mondiali per le vicende calcistiche ma non certo per quelle politiche. Infatti, per un ingaggio stratosferico (circa 20 milioni di euro all’anno) il camerunese Samuel Eto’o è passato dall’Inter all’Anzhi Machakalka, la maggiore squadra del paese che appartiene dal gennaio del 2011 a Suleyman Kerimov, 45enne, uno degli uomini più ricchi di tutto l’est europeo (il suo patrimonio personale è stimato intorno ai 5 miliardi e mezzo di euro9 ed azionista della Nafta-Moskva. D’altra parte Kerimov non ha badato a spese ingaggiando anche i brasiliani Roberto Carlos, Jucilei e Diego Tardelli, Zhirkov, centrocampista russo arrivato dal Chelsea, e l’ungherese Dzudszak dal PSV Eindhoven ed investendo altri soldoni per ampliare lo stadio della sua squadra, raddoppiandone praticamente la capienza da 20.000 a 40.000 posti. Ad ogni modo, l’Anzhi non è neanche un club così tanto blasonato, in quanto la sua bacheca è completamente vuota. Fondato nel 1991, nel 2005 ha perso la finale della Coppa di Russia contro la Lokomotiv Mosca. Nel 2001 in Coppa UEFA la federazione continentale non gli concesse di giocare in casa contro i Rangers Glasgow per la mancanza delle condizioni di sicurezza per il terrorismo che imperversava nella vicina Cecenia e per le turbolenza di scena proprio in Dagesthan. L’Anzhi ed i Rangers si affrontarono in campo neutro a Varsavia e passarono il turno gli scozzesi.

Eto'ò in gol contro il Rostov. dal sito ufficiale dell'Aznhi
 Quella dell’Anzhi del resto non è una situazione agevole. La squadra si allena a Machakalka, ma per motivi di sicurezza disputa le gare interne di campionato a Mosca, percorrendo in aereo migliaia di kilometri in ogni stagione calcistica. Nonostante tutto a queste latitudini Eto’ò è diventato subito un idolo, andando in gol con frequenza stupefacente ed infiammando il pubblico locale, non proprio abituato a pacifiche manifestazioni di giubilo. Il paese, infatti, è da tempo oggetto di contenziosi politici e sociali non facili in cui si mescolano le differenze e le intolleranze religiosi e la corsa all’oro nero che chiama in causa ovviamente gli spietati squadristi russi. Gli interessi economici della regione hanno creato non poche influenze sulla politica locale da parte dei russi. Il Dagesthan rappresenta con basi economiche solide una nuova frontiera per il calcio ed i suoi onerosi ingaggi. Kerimov ha orizzonti di investimento illimitati. Bisognerà soltanto trovare calciatori disposti ad andare a giocare nella periferia russa tra rischi di una guerra civile di difficile risoluzione. L’Anzhi al momento maschera il volto di un paese complicato e che può rappresentare una nuova polveriera a sud di Mosca.

2 commenti:

  1. talento brasiliano che si è rivelato tra le altre con la maglia dell'Atletico Mineiro.

    Vincenzo Paliotto

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