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giovedì 21 luglio 2011

Miti e curiosità della Scarpa d’Oro /2a parte

Dudu Georgescu autore di 47 reti nel campionato rumeno del 1976/77
Gol sudamericano. Nel 1974 la Scarpa d’Oro fu nuovamente vinta da un calciatore che militava nel campionato portoghese, ma in tal caso non si trattava del bomber pluridecorato Eusebio, ma di un argentino dal nome Hector Yazalde, che era da poco sbarcato a Lisbona, proveniente dall’Independiente di Avellaneda, ma sulla sponda dello Sporting. Infatti, proprio grazie ai gol di Yazalde, ben 46 in 30 partite, lo Sporting si aggiudicò il titolo nazionale, sopravanzando in classifica di due punti i concittadini del Benfica. D’altra parte l’attaccante anche della nazionale argentina proveniva da una famiglia poverissima e questi gol e questo riconoscimento lo aiutarono non poco ad uscire dall’anonimato. Yazalde fu il primo sudamericano a vincere un premio come cannoniere nel continente europeo. In classifica aveva preceduto il giovane austriaco Hans Krankl ed altri nomi di notevole livello come quello di Carlos Bianchi, argentino del Reims, Jupp Heynckes e l’immancabile Gerd Muller. Tuttavia, lo stesso Yazalde un anno più tardi dovette cedere lo scettro di cannoniere principe ad un altro rappresentante del calcio dell’Est europeo, quale Dudu Georgescu, centravanti filiforme della Dinamo Bucarest. Georgescu realizzò 33 gol, tre in più di un terzetto che si insediò al secondo posto, composto dagli argentini Yazalde e Onnis, che militava nel Monaco, e dall’olandese dell’Ajax Ruud Geels. L’exploit di Georgescu non sarebbe rimasto in ogni caso isolato. Georgescu risultò il miglior cannoniere del massimo torneo rumeno di sempre, sfruttando al meglio anche gli assist del devastante Mircea Lucescu. Il colpo di testa era la parte migliore del suo repertorio di realizzatore. Nell’edizione del 1975/76 il premio del gol assunse, comunque, un sapore ancora più esotico con la vittoria di Sotiris Kajafas, attaccante cipriota, che militava nelle file del club più prestigioso dell’isola quale l’Omonia Nicosia. Kajafas realizzò addirittura 39 gol. Vinse in carriera per 8 volte la classifica dei cannonieri del campionato nazionale, a dispetto di un fisico non proprio asciutto che lo rendeva simile più ad un muratore che ad un calciatore di calcio. In effetti il vero mestiere di Kajafas nella vita di tutti i giorni rimaneva quello del muratore. Questo premio registrò comunque una valenza importante nella storia del calcio cipriota. Il secondo posto con 34 reti fu ad appannaggio ancora di Carlos Bianchi ed il terzo con 33 gol per lo svizzero dello Zurigo Peter Risi. Nel 1976/77 l’inarrestabile Georgescu trovò una vena realizzativa ancora più prolifica, stabilendo il nuovo primato di gol in una sola stagione ben 47, sempre con la maglia della Dinamo Bucarest. Il bomber rumeno, che aveva iniziato la propria carriera nella Progresul di Bucarest, sbaragliò la concorrenza rappresentata dall’ungherese del Vasas Budapest Bela Varadi, autore di 36 gol, ancora dall’olandese Geels e da un altro tedesco Muller, in questo caso Dieter del Colonia, che invece si fermarono a 34.
Krankl, dall’Austria con furore. Nel 1977/78 il nome del miglior marcatore europeo rispondeva a quello dell’austriaco Johann Krankl, già Scarpa d’Argento nel 1974. Nato a Vienna il 14 febbraio del 1953, negli Anni Settanta Krankl si presentava come tra gli attaccanti più forti al mondo. Cresciuto nel Rapid Vienna, andò in prestito per qualche mese ai concittadini del Wiener Sportclub, prima di fare ancora ritorno al suo Rapid, con cui appunto nel 1978 trionfò nella classifica dei marcatori con ben 41 reti, record ancora insuperato del campionato austriaco. Krankl ebbe la meglio ancora sull’argentino Carlos Bianchi, nel frattempo accasatosi al Paris Saint-Germain e sul sempre prolifico olandese Geels. Nell’estate del ’78, quindi Krankl segnò uno storico gol con la maglia della sua nazionale che battè la Germania Ovest per 3-2 a Cordoba ai Mondiali d’Argentina, ottenendo una vittoria sensazionale attesa per 47 anni. Firmò, quindi, un ricco contratto con il Barcelona. Nel 1978/79, invece, per la prima volta la Scarpa d’Oro fu ad appannaggio di un attaccante che militava nell’Eredivisie olandese. Tuttavia, il nome non rispondeva a quello già noto di Geels, ma bensì a quello di Kees Kist, portentoso attaccante ed astro nascente dell’AZ ’67 di Alkmaar, club che stava scavalcando velocemente le consolidate gerarchie del calcio olandese. Kist andò in gol 34 volte, precedendo gli inediti nomi del magiaro Laszlo Fekete, alla guida dell’attacco dell’Ujpest Dozsa, e del greco Tomas Mavros, in forza all’AEK Atene, che terminarono la stagione a quota 31 reti. Come Scarpa di Bronzo si classificò Krankl con 29 reti con la maglia del Barcelona, per nons mentirsi nel ruolo di implacabile goleador. Kist vinse la Scarpa d’Oro praticamente al primo assalto, mentre Geels, che pure in carriera vinse per ben 5 volte il titolo di capocannoniere del campionato olandese (4 volte con l’Ajax ed 1 con lo Sparta Rotterdam), non riuscì mai ad aggiudicarsi il trofeo. Per qualche stagione difese anche i colori sia dell’Anderlecht che del Bruges. Stesso destino toccò all’argentino Carlos Bianchi, poi diventato allenatore di successo con il Velez Sarsfield ed il Boca Juniors, che vinse in Francia ben 5 classifiche dei cannonieri (3 con la maglia del Reims e 2 con quella del Paris Saint-Germain), mentre anche in Argentina era stato in 3 occasioni tiratore scelto con la casacca del Velez Sarsfield. Nel 1974 vinse la sua prima classifica dei cannonieri alla guida del non irresistibile Reims siglando nell’ultimo turno del campionato ben 5 gol nella porta del Monaco. Era senza dubbio un bomber dalla incredibile puntualità realizzativa.
 Nel 1979/80, invece, salì alla ribalta per la prima volta il nome di un goleador belga che rispondeva a quello di Erwin Vandenbergh, che militava nel piccolo Lierse. Vandenbergh realizzò ben 39 gol, tre in più del magiaro dell’Ujpest Dozsa questa volta Laszlo Fazekas e cinque in più dell’austriaco Walter Schachner, in forza all’Austria Vienna. Vandenbergh vinse per 6 volte nella sua carriera la classifica dei marcatori in Belgio, giocando anche con l’Anderlecht, il Gand ed il Molenbeek, ad eccezione di una breve parentesi in Francia nel Lilla. Un suo gol del resto piegò l’Argentina nella gara di apertura ai Mondiali di Spagna nel 1982. Un anno più tardi, però, la Scarpa d’Oro rivelò un vincitore inconsueto. Infatti, il trofeo finì nelle mani di un calciatore bulgaro, che a dodici anni di distanza ripetè l’exploit di Petar Jekov. Con 31 gol all’attivo, infatti, vinse Georgi Slavkov, che militava nel piccolo Trakia Plovdiv, prima di guadagnare un ingaggio un po’ più renumerativo con il CSKA Sofia. L’exploit di quella stagione rimase un risultato abbastanza isolato per Slavkov, che cercò con scarsa fortuna l’avventura all’estero con la maglia del Saint-Etienne. Slavkov ebbe la meglio soltanto per un gol nei confronti del magiaro del Ferencvaros Tibor Nylasi e del tedesco del Bayern Karl Heinz Rummenigge, autore invece di 29 gol. 

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