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lunedì 18 luglio 2011

Miti e curiosità della Scarpa d’Oro /1a parte

L'implacabile cannoniere tedesco Gerd Muller
  L’idea di France Football. Sull’onda del successo che ormai da diversi anni stava raccogliendo l’assegnazione del Pallone d’Oro al miglior calciatore europeo dell’anno, dalla stagione del 1967/68 la rivista calcistica specializzata France Football, in collaborazione con l’azienda sportiva dell’Adidas, da sempre comunque a sostegno dell’industria del pallone, istituì anche la Scarpa d’Oro, destinata a premiare il calciatore che nei vari campionati nazionali del Vecchio Continente avesse realizzato il maggior numero di gol nel corso della stagione. Il premio da assegnare al bomber più prolifico dell’anno entusiasmò gli appassionati di calcio e gli stessi protagonisti, che si prodigarono in performance importanti per raggiungere il primo posto nella speciale classifica della Scarpa d’Oro.
L’albo d’oro del trofeo annoverò, tuttavia, nomi importanti del calcio europeo come Eusebio, Gerd Muller, Van Basten ed Hugo Sanchez tra gli altri, ma anche protagonisti decisamente meno noti che talvolta proprio attraverso la Scarpa d’Oro registrarono un livello di popolarità nella loro carriera, poi mai più raggiunto in seguito come capitò al cipriota Kajafas, al bulgaro Slavkov e a qualche altro ancora. Il premio quale miglior tiratore scelto del continente, infatti, fu assegnato fino alla stagione del 1990/91, quando ad aggiudicarselo risultò il macedone della Stella Rossa di Belgrado Darko Pancev. Dalla stagione successiva, infatti, la famiglia Dassler, proprietaria dell’Adidas, rinunciò a sostenere la sponsorizzazione che ormai si protraeva da oltre un ventennio, per cui lo sfortunato vincitore di quella edizione lo scozzese dei Rangers Glasgow Ally Mc Coist non fu mai ufficialmente premiato. In verità il premio aveva attraversato qualche difficile edizione per più di una irregolarità che era emersa in qualche campionato.
 Nel 1986/87, infatti, la Scarpa d’Oro fu assegnata in un primo momento al rumeno della Dinamo Bucarest Rodion Camataru, autore di 44 gol nel proprio campionato, che aveva preceduto in classifica Anton Polster dell’Austria Vienna a 39 ed il bulgaro del Vitocha Sofia Nasko Sirakov a 36. Tuttavia, successive rimostranze da parte del bomber austriaco ed adeguate indagini confermarono che Camataru era stato vistosamente aiutato nel suo campionato, avendo realizzato addirittura 18 gol negli ultimi sei incontri della stagione, che avevano permesso un incredibile balzo in classifica del rumeno. Ad avvantaggiare l’exploit del calciatore della Dinamo Bucarest era stato lo stesso dittatore del paese Ceausescu, desideroso di veder primeggiare i suoi atleti in Europa.
 France Football ebbe, dunque, la chiara impressione di poter controllare in maniera molto difficoltosa il regolare svolgimento per l’assegnazione del trofeo, cosa che rivelò una chiara conferma nella stagione del 1990/91. Infatti, risultò miglior cannoniere della stagione Pancev della Stella Rossa con 34 reti, che avrebbe nel corso del campionato vinto anche la Coppa dei Campioni, davanti al turco Colak del Galatasaray con 31, mentre come Scarpa di Bronzo si classificarono l’albanese Klinton Bozgo del Tomori ed il ceko Vaclav Danek del Tirol Innsbruck con 29. Tuttavia, qualche dubbio fu sollevato anche nella regolarità di tutti i gol realizzati dall’attaccante della squadra belgradese. Per cui, anche in seguito a questo episodio, l’assegnazione della Scarpa d’Oro venne momentaneamente sospesa ed il premio fu ripristinato a partire dal 1996/97, sotto l’egida della ESM (European Sport Magazine), in pratica un’associazione delle migliori testate sportive europee, e con un criterio di valutazione del primato diverso. Infatti, per ogni torneo europeo, a secondo della sua difficoltà, fu assegnato un coefficiente diverso da moltiplicare per il numero dei gol segnati. Tale sistema favorì ovviamente e giustamente i campionati storicamente più competitivi e blasonati del Vecchio Continente.
Eusebio e Gerd Muller, gol d’autore. La prima Scarpa d’Oro premiò, ad ogni modo, uno dei migliori bomber europei della storia di ogni tempo. Infatti, nel 1967/68 con ben 43 reti all’attivo il portoghese, nato però in Mozambico, Eusebio primeggiò davanti all’ungherese dell’Ujpest Dozsa Dunai con 39 e allo scozzese Lennox del Celtic con 36. In quella stagione la pantera nera del Benfica guidò la sua squadra al titolo nazionale, precedendo in classifica lo Sporting Lisbona. Eusebio del resto si sarebbe ripetuto nell’albo d’oro della competizione nel 1972/73 con un altro cospicuo bottino di reti. D’altra parte il centravanti benfichista nella sua carriera vinse per ben 7 volte il titolo come tiratore scelto del torneo lusitano. Nel 1968/69, invece, il miglior bomber europeo risultò il bulgaro del CSKA Sofia Petar Jekov, autore di 36 reti, che gli permisero di staccare giusto di un’incollatura il greco dell’Olympiakos Pireo Giorgio Sideris. Jekov, classe 1944, aveva debuttato nel Dimitrovgrad e successivamente era passato al Beroe Stara Zagora, ma dal 1968 al 1975 aveva militato nel CSKA Sofia, risultando in assoluto con 253 centri il miglior bomber in assoluto del campionato bulgaro. Lo stesso Jekov nella stagione successiva raccolse la Scarpa di Bronzo con 31 reti in 30 partite, ma fecero meglio di lui il lussemburghese dello Spora Carlo Devillet, che pure realizzò 31 gol ma in 22 partite, ed il tedesco implacabile Gerd Muller, autore invece di ben 38 reti in Bundesliga con la maglia del Bayern Monaco. Muller del resto sarebbe risultato in assoluto uno dei più prolifici cannonieri del calcio mondiale. Non a caso in quella stagione Gerd Muller vinse anche la classifica dei cannonieri alla rassegna iridata di Mexico ’70.
 Nel 1970/71, invece, la Scarpa d’Oro visse un’entusiasmante sfida che si sviluppò all’interno del campionato francese tra lo slavo dell’Olympique Marsiglia Josip Skoblar ed il maliano del Saint-Etienne Salif Keita. Skoblar primeggiò con 44 reti, precedendo di due lunghezze Keita, consentendo allo stesso tempo al suo OM di aggiudicarsi anche lo scudetto con 4 punti di vantaggio sugli stessi verts. Skoblar era cresciuto nell’OFK Belgrado e si era trasferito successivamente a Marsiglia, dove non si era subito inserito al meglio, finendo quindi in prestito all’Hannover in Germania. Ritornato in Francia, aveva poi spopolato nelle aree di rigore del torneo transalpino. Vinse la classifica dei cannonieri in Francia per tre anni consecutivi dal ’71 al ’73, beneficiando degli assist della ficcante ala svedese Roger Magnusson.
 Nel 1971/72 ritornò in auge il nome di Gerd Muller, che migliorò la propria media realizzativa nazionale arrivando addirittura a 40 gol, exploit che gli consentì di vincere la Bundesliga con il suo Bayern, che precedette in classifica di tre lunghezze lo Schalke 04. Nella speciale classifica europea Muller sopravanzò in classifica di un solo gol il greco del Panathinakos Antonios Antoniadis, che si era rivelato anche miglior realizzatore dell’edizione del 1970/71 della Coppa dei Campioni in cui la squadra ateniese raggiunse la finale di Londra, battuta poi dall’Ajax. Lo stesso Muller contese nel 1972/73 la Scarpa d’Oro al centravanti del Benfica Eusebio, che invece con 40 reti raccolse un prestigioso bis, davanti ai 36 dell’attaccante del Bayern e ai 29 del sempre presente Jekov del CSKA Sofia. Gerd Muller vinse per 7 volte il titolo di capocannoniere del campionato tedesco.

Vincenzo Paliotto

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