Nella peraltro ristretta gerarchia del calcio del Vecchio Continente fino alla stagione del 1998/99 le coppe europee inderogabilmente riconoscevano tre squadre campioni a livello internazionale in ogni annata calcistica. Campione d’Europa in assoluto risultava la squadra vincitrice della Coppa dei Campioni, quindi a seguire la Coppa delle Coppe che laureava la migliore tra le squadre vincitrici della coppa nazionale ed infine la Coppa UEFA, il torneo con un maggiore numero di partecipanti e quasi sempre all’altezza tecnicamente della Coppa dei Campioni. Il suicidio del calcio moderno nel 1999 portò allora all’estinzione della Coppa delle Coppe, le cui partecipanti confluivano teoricamente nella UEFA con il potenziamento assoluto della nuova Champions League. Eppure la Coppa delle Coppe poteva vantare una storia di indubbio rispetto e tradizione. Inaugurata per la prima volta nel 1960, portò sul trono continentale quasi sempre club di livello assoluto in edizioni in prevalenza molto combattute. Oltretutto la coppa nazionale in alcuni paesi vale molto di più che il campionato a cominciare da Inghilterra, Scozia e Spagna, ma anche Francia, Olanda e Portogallo. Inoltre la Coppa delle Coppe permetteva anche a club più piccoli di partecipare alla ribalta europea, dopo aver avuto fortuna nella coppa del proprio paese. In più di una occasione hanno partecipato alla competizione anche club delle divisioni inferiori, come l’Atalanta nell ’88 che giocava in Serie B, ma anche diversi club britannici, in modo particolare i gallesi che si davano battaglia nella Coppa del Galles, ma che giocavano nelle divisioni inferiori della lega inglese. Curiosamente la prima edizione della Coppa delle Coppe fu vinta da una squadra italiana la Fiorentina e l’ultima da un’altra squadra del nostro paese la Lazio. Nel mezzo club che hanno fatto la storia del calcio europeo: Ajax, Liverpool, Milan, Juve, Anderlecht, Tottenham, Barcellona ed altre ancora.
Una delle finali più belle e spettacolari della Coppa delle Coppe si giocò comunque nel maggio del ‘79 a Basilea tra il Barcelona e il Fortuna Dusseldorf. I catalani, rinforzati dall’olandese Neeskens e dall’austriaco Krankl, vinsero per 4-3 dopo i tempi supplementari in una finale spettacolare. Aprì le marcature al 5’ Sanchez, pareggiò subito Thomas Allofs al 7’, che in attacco giocava in compagnia dell’altro Allofs, Klaus. Dopo un rigore fallito da Rexach e parato da Daniel, raddoppiarono i blaugrana al 34’ con Asensi. Ma il Fortuna non mollò ed impattò ancora con Seel sul finire del primo tempo. Soltanto ai supplementari la spuntò il Barca con un gol di Rexach, il cui tiro subì comunque una deviazione decisiva, ed un altro dell’implacabile cannoniere Krankl, prima che l’irriducibile Seel firmasse il gol del 4-3 finale. Una partita bellissima e combattuta che rende onore ad una Coppa tristemente ed ingiustamente defunta. Uno dei più grandi delitti compiuti dal calcio moderno e tra quelli maggiormente rimasti impuniti. Oltretutto crediamo che nessuno degli attuali dirigenti calcistici in circolazione abbia la capacità ed il buon senso di ripristinare un torneo bello e ricco di storia. Purtroppo per i tifosi di calcio.
Vincenzo Paliotto
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