La
Grecia, nello specifico non quella calcistica, ha tenuto con il fiato sospeso l’Europa
intera e buona parte del mondo occidentale. Quei paesi che cioè attraverso le
banche e le lobby finanziarie più articolate reggono i destini del mondo. Il
pericolo del ritorno alla dracma è stato scongiurato e si può celebrare una
continuità con l’euro, attraverso una tornata elettorale che probabilmente non
cambierà i destini del paese ellenico.
Tuttavia, ad Atene e dintorni più di tutti
tiene il partito di Giorgios Karagounis, intramontabile calciatore greco classe
inossidabile ’77, che con un suo gol manda avanti la Grecia in Coppa Europa ed
estromette la temibile Russia di Advocaat. I cui tifosi si scatenano inutilmente
all’esterno delle stadio, provocando pesanti disordini e subendo quasi un’ottantina
di arresti. Ad ogni modo, il miracolo calcistico bene tiene eccome. Karagounis
con le sue trentacinque primavere d’esperienza (ha giocato anche con l’Inter e
adesso difende i colori del Panathinaikos) manda avanti la truppa ellenica,
promettendosi di sfidare nei quarti proprio la Germania di Ozil e Gomez.
Non è facile fare pronostici in questo
Campionato Europeo. Tutte le squadre si equivalgono in maniera quasi netta e le
sorprese sono dietro l’angolo. Nel calcio più che nell’economia e la politica i
miracoli sembrano ancora fattibili e alla portata di molti.
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